Archivio mensile:Dicembre 2009

La Cina è vicina, ancora…

Basta fare anche una semplice ricerca e saltano fuori a decine le dichiarazioni dei politici nostrani contro gli stati che controllano l’uso di Internet, paesi come la Cina, Cuba, Iran e via sbrodolando vengono sempre e costantemente accusati di reprimere i loro cittadini che vorrebbero accedere alla Rete ed esprimersi liberamente.

Tutti questi sepolcri imbiancati (per non usare altri termini più adatti) dimenticano sempre anche di ricordare che in Italia:

1) per accedere ad Internet da una postazione pubblica occorre farsi identificare e registrare, esattamente come a Cuba o in Cina;

2) esiste da tempo una lista di siti ai quali gli italiani non possono accedere, la lista è segreta, esattamente come in Iran o in Libia, ma anche in Australia.

Adesso minacciano di aggiungere qualche ulteriore forma di censura, con la scusa che qualcuno ha scritto qualcosa che non doveva sul web.

Se ancora non lo avete fatto iniziate a studiare come fanno quei disgraziati in Iran o in Cina a bypassare la censura dei loro stati, perché (presto) vi potrebbe tornare utile.

Se lo scrive lui

Per caso, questa era la prima pagina del Giornale del 12 dicembre scorso:

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e questo qui sotto ingrandito, il riquadro di un interessante articolo a sfondo filosofico, visto il riferimento ad Erasmo

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Ecco, speriamo che l’autore dell’articolo sia coerente con quello che (sembra) pensi del disagio esistenziale, del quale recentemente ha avuto una prova diretta.

I nostri primi 40 anni

Tempo di anniversari, ricorrenze pesanti come quella della Strage di Stato hanno riportato in piazza una storia che molti vorrebbero sepolta per sempre, sotto una coltre di qualunquismo che accomuna tutto lo spettro della politica istituzionale italiana. Una storia nella quale si dimenticano le cose che si vogliono dimenticare e si scoprono nuove piste laddove la strada segnata dal 1969 è una sola, quella che molti avevano ben chiara già nei primi giorni dopo le bombe.

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A Firenze, oggi, un corteo (meno di quanto vorremmo e più di quanto vorreste…) ha ricordato a chi era in giro per turismo o per lo shopping delle feste quello che è accaduto, 40 (lunghi) anni fa: le bombe, i morti, la caccia all’anarchico, l’omicidio di Giuseppe Pinelli.

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Per fortuna, o per caso, o perché così deve essere, molti dei partecipanti al corteo nel 1969 non erano ancora nati.

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Altri invece ricordavano sorridendo altri cortei, altre piazze, altri slogan, altri scontri, altri incontri.
Non un passaggio di testimone, ma la dimostrazione che, nonostante tutto, esiste ancora un filo che collega il dicembre 1969 al dicembre 2009, un lungo e resistente filo che stasera si è allungato tra le strade di una città ricca di storia.
Proprio come noi.

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