Archivi categoria: Sessantotto

quaranta anni e ancora vergine

Commemorazioni del 68_2

Ecco le prime schede riguardanti alcuni degli articoli usciti in questi mesi sul tema del ’68 (o “sessantotto”) lette seguendo la griglia.

“La parola fine sul Sessantotto”, G. B. Guerri (“il giornale”, 03/01/08)
Esagerato, “Sessantotto” scritto con l’iniziale maiuscola. Articolo facile facile da catalogare, secondo la nostra griglia: 3b.

Giudizio sintetico: l’autore sono anni che scrive queste cose, consigliabile solo a chi non l’ha mai letto o a chi non si è ancora stufato.

Citazione: “Parlo, naturalmente, del Sessantotto che nacque e si sviluppò come fenomeno libertario, non di quello che si perse nella strada verso il comunismo, il maoismo, il terrorismo.”

“La nostalgia di Terry Gilliam per il ’68: fu il tempo del coraggio” (“il Riformista”, 03/01/08)
Una intervista a T. Gilliam in una occasione mondano cinematografica, la domanda sul ’68 è d’obbligo e la risposta un po’ scontata. La griglia dice: 2b.

Giudizio sintetico: Terry Gilliam può dire quello che vuole, chi ha regalato al genere umano i Monty Phyton, è sempre scusato.

Citazione: “Il ’68 è stato il tempo del coraggio: la gente si sentiva più vicina e non aveva paura di scoprire cose nuove. Oggi, invece, vediamo nemici ovunque e viviamo nella paura. La fantasia è sempre al potere, ma si continua a parlare sempre e soltanto della realtà.”


“Il ’68? Amavamo gli Usa, non Marx”
(“La Stampa”, 03/01/08)
Scandalo! Il cantautor Guccini intervistato da una rivista di destra! E dice pure che l’ideale libertario va ben al di là degli schieramenti di destra e sinistra. La griglia dice: 2d.

Giudizio sintetico: rimpolpettamento di cose riprese da altre parti per dimostrare come i “miti” tipo Guccini, Dalla ed altri non sono mai stati di sinistra o se lo sono stati lo hanno fatto solo per paraculaggine.

Citazione: “Dicono le cronache dell’ormai lontana estate ’94 che Umberto Bossi, durante una serata a Ponte di Legno, chiese di cantare “quella canzone lì di Guccini, come si chiama, il treno?”.

[Continua…]

Commemorazioni del ’68_1

Le sciagure non arrivano mai da sole e quindi, dopo il trentennale del ’77 è arrivato anche il quarantennale del ’68.

Semplificando le cose, sono tre le principali tendenze di rievocazione:

1) da una parte quelli che fanno una gran confusione fra il 1968, il maggio francese e zone limitrofe finendo poi per sparlare dei cosiddetti “anni di piombo” che invece, storicamente, si collocano anni dopo la data fatidica.

2) dall’altra parte quelli che, correttamente, inquadrano il ’68 all’interno dei movimenti giovanili degli anni ’60.

3) e infine quelli che fanno, intenzionalmente o meno, un po’ di confusione fra le due tendenze precedenti.

In tutte le tendenze principali sono presenti, in modo trasversalmente assortito, almeno quattro figure tipiche:

a) il reduce non pentito… ma
A questa categoria appartengono tutti coloro che, pur non rinnegando quegli anni, hanno però sviluppato una attenta riflessione sugli stessi e sulle luci ed ombre che li hanno accompagnati e ce la ripropongono.

b) il reduce pentito
A questa categoria appartengono tutti coloro che, al tempo, partecipavano entusiasticamente alla rivolta contro il sistema ma che poi, crescendo hanno cambiato idea e che adesso si trovano, politicamente, dalla parte opposta della barricata.

c) quello che già allora era contro il ’68
A questa categoria appartengono tutti coloro che, nel ’68, militavano in formazioni o partiti reazionari e che adesso possono finalmente criticare apertamente e senza paura quegli anni.

d) quello che non era ancora nato o che era minore di 14 anni
A questa categoria appartengono ovviamente tutti coloro che il ’68 l’hanno vissuto esclusivamente attreverso le letture ed i racconti.

Questa la griglia. Prossimamente gli esempi di applicazione.