Indymedia in Italia 2

2. Andare a Genova passando per Napoli

A gennaio 2001 gli iscritti alla lista di gestione sono 51 e l’attività maggiore degli indyans è quella di seguire le diverse manifestazioni che, dopo quella di Seattle, si rincorrono per mezzo mondo: Praga, Nizza, Davos e via dicendo, diventano la palestra nella quale si allena una squadra di mediattivisti pronti a riempire le pagine web di immagini e testi in presa diretta. Uno dei punti “caldi” delle discussioni di quei mesi sono i rapporti con i media ufficiali che iniziano a contattarli soprattutto per avere immagini da gettare in pasto ai loro clienti e i rapporti con il resto del movimento per il quale la nuova nata è ancora un oggetto non meglio identificato.

A febbraio 2001 si tiene un secondo incontro al TPO di Bologna, nel quale si provano ad affrontare alcuni dei problemi citati sopra e a proporre alcune soluzioni. In questo momento le località nelle quali sono presenti gruppi di attivisti di indymedia sono Perugia, Milano, Roma, Napoli, Bologna, Firenze e Brescia, altri singoli sono sparsi in molte altre città.

Quello che segue è un estratto dal report inviato in lista:


18 febbraio 2001
TPO bologna

[…]

– tutto passa da questa lista; cis iamo ribaditi che il miglior modo per
lavorare in maniera cooridnata tra gruppi anche parecchio diversi e’
quella della massima trasparenza dei passaggi; questa lista ci e’
quindi sembrata il luogo dove far convergere in maniera trasparente
sia verso l’interno che verso l’esterno, sia il coordinamento tecnico
per coprire i vari eventi e la manutenzione del network, che i
dibattiti di carattere piu’ politico. Ci si e’ posti il problema del
creare eventualmente una seconda lista (per gli aspetti piu’
dialettici, ma si e’ deciso di rimandare questa eventualita’ a quando
ilt raffico rendera’ ingestibile questa lista come unica lista ;))
E’ chiaro che in caso di emergenze siamo tutt* tenut* ad assumerci
l’onere e glionori delle decisioni repentine del caso, avendo pero’
cura di comunicarle il piu’ chiaramente possibile in lista.
Per sveltire i processi decisionali e facilitarli, ci siamo anche
detti che le comunicazioni in lista sono da considerarsi condivise
collettivamente a meno di dissenso espresso entro 24-36 ore.
(cosi’ evitiamo le code di messaggi io sono d’accordo – anche io –
anche io ecc.)

– sulla disttribuzione dei video e dei materiali prodotti dal circuito
indymedia, in generale la distribuzione e la copertura delle spese
sono da ritenersi collettive, salvo valutazioni di convenienza della
cosa (es: si fanno x copie master del video y e le si da ai vari
gruppi locali per farne le copie da smazzare negli infoshop e via
dicendo, salvo che in determinati casi sia piu’ conveniente che le
copie siano fatte da una singola realta’).

– Il materiale prodotto dal circuito indymedia e’ da considerarsi
liberamente distribuibile a due condizioni:
-uso non commerciale
-integrita’ della riproduzione del materiale in questione (no tagli
ne revisioni senza il consenso di chi ha prodotto il materiale
stesso)

[…]

– Dobbiamo tenere un rapporto strategico con i media mainstream. E’
evidente che anche essi sono un ponte per arrivare alle masse, ma non
dobbiamo essere noi a lasciarvci sfruttare, bensi’ essere in grado di
determinare il flusso comunicativo. Quindi, non c’e’ problema anche a
fornire materiale ai media mainstream (non in forma di partecipazione
personale, ma in termini di prodotti info-comunicativi), ma dobbiamo
essere in grado di fissare noi i paletti di questo rapporto.
Esistono forme contrattuali che consentono di controllare l’uso del
materiale che viene fornito ai media. Noi a Milano ne abbiano degli
esempi e ci impegnamo a postarli in lista.
Sostanzialmente si tratta di specificare la non alterabilita’ del
prodotto che viene fornito e il numero di passaggi concordati (in
modod a evitare che quel materiale diventi loro archivio e venga
utilizzato per altri scopi).
Un’altra questione, affrontata solo parzialmente, e’ quella dei
contenuti dei materiali prodotti da indy e forniti ai media
mainstream. E’ evidente che i materiali prodotti da indy devono porre
l’accento con piu’ forza non suglia spetti spettacolari degli eventi,
ma sugli aspetti contenutistici/cotnroinformativi, anceh se e’
abbastanza evidente che un minimo di ciccia gliela si dovra’
concedere. La nostra abilita’ deve essere quella di far pendere il
piatto dcella bilancia pesantementre sui contenuti.
Per quanto riguarda il vil danaro, non si esclude la possibilita’ di
ricavare denaro da questi eventi di *collaborazione* ;)))))) ma non e’
necessariamente la regola. Sara’ un elemento da valutare volta per
volta a secondo delle strategie del caso.

– indymedia come network di situazioni ed individui che producono
comunicazione orizzontale e controinformazione, piu’ che come entita’
monolitica. Ci siamo ribaditi questa nostra caratteristica e si era
tutt* d’accordo

– si e’ proposto che i vari materiali prodotti siano firmati dalle
singole realta’ che li hanno prodotti oltre che dalla sigla indymedia

– si e’ proposto di creare alias locali della mailbox di indymedia in
modo da poter facilitare la comunicazioni con il network da parte di
soggetti che vi si avvicinano per i piu’ svariati motivi
(firenze at indymedia.org, bologna at indymedia.org, ecc. oppure
candida at indymedia.org, sgamati at indymedia.org ecc. ??? dubbio non
risolto)

– si e’ accennato ad un discorso che andra’ ripreso piu’ avanti:
cosa vuol dire essere medium indypendente o medium antagonista?
c’e chi si propone di aumentare l’attenzione a problemi non
strettamente legati ad evetni o ad ambiti di movimento, e chi
ribadiva la necessita’ di essere dentro i moviemnti per poterli
narrare dall’interno; c’e’ chi si e’ riproposto di investire sul
modo di comunicare del network e chi sugli aspetti
controinformativi.

[…]


Ma la storia incombeva e, prima di Genova, passò per Napoli dove il 17 febbraio 2001, le “prove generali” non vennero fatte solo dalle forze dell’ordine nella “tonnara” di piazza Municipio e nella Caserma Ranieri, ma anche da (((i))) che organizzò in collaborazione con gli attivisti locali una sorta di “media center” al terzo piano della Facoltà di Architettura.

Di seguito un pezzo di una testimonianza mandata in lista.


di ritorno da napoli…

ammaccati ma interi e a piede libero metto in giro due note, prima di
riuscire a fare un discorso razionale e riposato…

– La copertura mediatica a napoli ha, approssimativamente, funzionato…e
abbastanza bene.
Il laboratorio occupato di architettura ha messo a disposizione uomini e
macchine…
abbiamo-hanno (io ho un po latitato, soprattutto dopo il corteo) montato,
acquisito, scannerizzato molto…nel minor tempo possibile.
Alla conferenza stampa del dopo corteo è stato proiettato un montaggio
improvvisato che è stato visto da una 40ina di giornalisti.
La rai (TG1) ha mandato al tg le riprese fatte dal video durante la
conferenza stampa…

[…]

Aggiungo anche che ci sono state sequestrate parecchie cassette…e che due
di noi sono stati portati in questura, perquisti, picchiati.
Gli è ordinato di negare l’esistenza delle riprese fatte….

[…]


Nei mesi che precedono il luglio del 2001 la maggior parte degli interventi e delle discussioni è concentrata su come organizzare la partecipazione all’evento. Si susseguono incontri tramite IRC nei quali si discute di tutto.

Di seguito uno stralcio del resoconto di uno di questi, datato 9/06/2001.


CIaociAO a tutt*

ennesima assemblea di indymedia via chat (ormai e’ perso il conto)…
e ennesimo report…

l’assemblea non e’ stata partecipatissima…
e il caos era piu’ generale del solito…
dato dal fatto che alcuni avevano una festa di chiusura a cui accorrere,
altri problemi di connessione ed infine altri ancora un po’ disaggiornati
causa problemi tecnici…
cmq l’assemblea si e’ svolta e anche se non ha trattato tutti i punti
dell’odg alla fine ha risolto un paio di punti cruciali…
anche se piu’ tecnici che altro…

mi scuso se tralascio qualcosa ma sono arrivato un po’ dopo, quindi magari
invito tutt+ ad integrare l’inizio, o cio’ che magari dimentichero’…

l’odg era il seguente:

– avvocati;
– colonna centrale;
– documenti;
– tesserini;
– non ricordo quali altri…

alla fine i punti trattati sono stati solo tre…
documenti, tesserini e colonna centrale…

[…]

[] tesserini
ovvero garantire ad ogni indyactivist un tesserino, stile quelli fatti a
Praga o a Davos. L’idea pero’ e’ di farli seriosi, con foto etc…

Genova 2001. Tesserino fai-da-te di indymedia (da Void)

Genova 2001. Tesserino fai-da-te di indymedia (da Void)

[…]

[] colonna centrale
in questo caso la discussione si e’ allargata tra la gestione dell’HomePage
di italy.indymedia e il sito j21 specifico per Genova.
E’ attivo, o in fase di attivazione nel giro di pochissimo, la nuova
versione del sito, ovvero quella con feauture.cgi che permette
l’aggiornamento anche della parte centrale del sito molto facilmente (con
richiesta di pwd ovviamente). Rispetto a questo quindi alla fine si e’
deciso che per Lunedi al massimo si aggiorna la HomePage di Indy, con nuova
versione attiva, inserendo in ordine:
– verso il g8: ovvero inizio commento della giornata di dmn (se qualcuno lo
fa) e inizio testo chiamata alle armi. Ognuno rimanda, con link, a newss
pubblicata momentaneamente secondo il vecchio stile (barra di dex);
– goteborg: come fatto fin’ora (ovvero come sopra);
– carovana europea da Vienna a Genova (giusto?): come fatto fin’ora (ovvero
come sopra).

[…]

spero di non aver fatto troppo casino…
scusare ma e la non so quale (quinta, sesta, settima?) notte di autismo…


Genova ormai è dietro l’angolo e questo è il comunicato di “presentazione”.


—————————————————————————–
INDYMEDIA ITALIA http://italy.indymedia.org
—————————————————————————–

Nascevamo un anno fa, nel giugno 2000, a Bologna, durante i giorni di
protesta contro il meeting dell’Ocse.
Giovani mediattivisti dei centri sociali avevano sentito l’esigenza di
affiancare ai gia’ funzionali strumenti di controinformazione digitale uno
strumento che uscisse dall’ underground della comunicazione. Volevamo
rivolgerci alle masse con un nuovo linguaggio, che sfidasse il corporate
mainstream proprio dove questo appare ancora oggi inaccessibile e proibitivo
per i costi: l’immagine in movimento, lo streaming video.
Sulla scia della rivoluzione in corso della rete, le tecnologie
peer-to-peer, il file sharing, napster, indymedia realizza l’idea dei
weblogs a pubblicazione aperta, dove chiunque contribuisce all’uploading e
alla pubblicazione e condivisione di informazione. Nessuna censura o
modifica ai materiali uploadati, e l’impossibilita’ di eliminarli dal
server.

Indymedia italia ha rifiutato di identificarsi con un nucleo redazionale ne’
si e’ omologata a vivere in degli spazi, ma ha preferito supportare una rete
di relazioni spontanee nate con diverse realta’ locali in occasione di
particolari mobilitazioni.
Una gestione orizzontale delle decisioni e della discussione che si svolge
interamente in rete attraverso la mailing list, aperta in iscrizione e
scrittura [http://lists.indymedia.org]. Oggi IMC italia conta la
collaborazione di diversi attivisti dell’informazione, videomaker,
giornalisti, traduttori, centri sociali, hacker.

A distanza di un anno ci ritroviamo tutti a Genova, a lavorare insieme sulla
copertura mediatica della contestazione al G8. Siamo pronti ad accogliere
attivisti dall’italia e dall’europa, ci stiamo organizzando per allestire
dei punti pubblici di accesso alla rete dove riversare il materiale girato
nelle piazze, o raccogliere le interviste e i contributi di chi ha vissuto
l’evento. Saremo nelle strade e nelle piazze, non distinguibili da indumenti
o colori. Ragioneremo sul diritto di agibilita’ alla produzione di
informazione, e avremo coscienza dei nostri diritti contro chi voglia
occultare il nostro materiale. Distribuiremo dei press tickets e
catalogheremo le nostre telecamere e nostri nastri, per denunciarne
sequestri ingiusti. Saremo assicurati contro la distruzione delle
apparecchiature. Organizzeremo nei mesi da qui a Genova seminari in diverse
citta’ italiane per condividere le nostre conoscenze nell’uso degli
strumenti per produrre informazione. Non riceveremo compenso per il nostro
lavoro, e non limiteremo la diffusione e la redistribuzione dei nostri
materiali, ne vi stamperemo dei diritti d’autore, salvo nei rapporti coi
media commerciali.

– Collabora con indymedia italia: mailto:italy at indymedia.org
– Informazioni logistiche sulla copertura di Genova G8
mailto:j21 at indymedia.org
– team traduttori
http://lists.indymedia.org/mailman/listinfo/www-it


Italy Independent Media Center
http://italy.indymedia.org


Continua con… Genova. Il battesimo del fuoco