Nel caso fosse sfuggito a qualcuno, c’è stata una brillante operazione di polizia contro A/I, con il sequestro e la copia dei dischi di un server ospitato in Norvegia.
Ma cosa cercavano poi?
Un log? Ma lo sanno tutti (o quasi) che sui server di A/I di log che registrino le attività degli utenti non ce ne sono.
Un particolare messaggio di posta o una intera casella postale? Anche in questo caso lo sanno quasi tutti che le caselle sono crittate e che quindi non è detto che si riesca a leggerle in tempi umani.
Oppure è stato solo un sistema per controllare cosa c’è e cosa non c’è dentro un server di A/I? Magari un modo per aggiornare le informazioni rubate dal server ospitato da Aruba?
Sicuramente è stata una intimidazione diretta verso tutti coloro che usano i servizi che da anni vengono messi gratuitamente a loro disposizione ed è per questa ragione che occorre sollevare il massimo di clamore possibile su questa vicenda e per fare in modo che questo ennesimo attacco alla libertà di comunicazione fallisca miseramente i suoi scopi.