Inutile ripetere che da tempo i mass media stanno riscrivendo la storia degli anni ’70, la stanno riscrivendo ad uso e consumo di un pubblico troppo giovane per ricordare o troppo distratto per preoccuparsene. La stanno riscrivendo secondo un paio di canovacci, sempre gli stessi, che vengono adattati alla bisogna. Uno dei più ab-usati è quello che presenta gli anni tra la fine dei ’60 e la metà degli ’80 come “anni di piombo”, un periodo storico “buio”, una sorta di “nuovo medioevo”.
L’ultimo esempio, in ordine di tempo, si può ammirare – schifati – leggendo il necrologio pubblicato oggi (04/08/2012) sul web di un quotidiano romano in occasione della morte di un noto personaggio dell’ambiente politico e culturale.
La cialtroneria di questo pezzo non è giustificabile: “il suo nome resta legato alla “rinascita” culturale della capitale dopo il terrorismo e gli anni di piombo.” e ancora “Se n’è andato proprio nei giorni caldi della sua Roma d’estate, quella che fece riscoprire allegra, luminosa e amica ai suoi concittadini dopo gli anni di piombo. Dal 1976 al 1985, s’inventò la leggerezza di tornare in piazza, l’effimero per uscire dal clima buio.”
Qualcuno un giorno forse spiegherà a chi ha scritto questo inqualificabile pezzo che gli anni dell’effimero dell’estate romana cadono proprio dentro i cosiddetti “anni di piombo” e non sono invece successivi come si vorrebbe far credere da chi vuole riscrivere la storia.
Anche con i necrologi!