La TV ti spia. Davvero.

Come accade per gli eventi che si ripetono di frequente, anche il recente annuncio di Wikileaks [1] sulla pubblicazione di un sostanzioso quantitativo di materiali provenienti dagli archivi della CIA, rischia di passare velocemente nel dimenticatoio. Nonostante il tipo dei segreti svelati sia, per certi versi, più interessante di quelli portati alla luce negli ultimi anni.

Naturalmente, come sempre in casi del genere, partiamo dal presupposto (indimostrabile) che i contenuti siano tutti originali. Vale a dire che un clamoroso fallimento delle politiche di sicurezza di una struttura che della sicurezza dovrebbe essere l’alfiere non sia solo frutto delle tattiche di intossicazione e disinformazione che stanno alla base di molti dei suoi compiti.

Nei documenti ci sono, stando a quanto si conosce al momento, prove del fatto che la CIA ha spiato i politici francesi coinvolti nella precedente elezione presidenziale del 2012 e l’esistenza di un centro di hackeraggio con base nel Consolato USA di Francoforte.  Ma la parte più interessante è quella costituita dai programmi usati dalla Centrale di spionaggio per compromettere la sicurezza e la riservatezza non solo dei sistemi operativi di cellulari e computer ma anche della nuova generazione di “televisori intelligenti”. Quest’ultimo programma, sviluppato in collaborazione con i servizi segreti del Regno Unito, nome in codice “Weeping Angel” (angelo piangente) infetta le  “smart tv”, che in apparenza sembrano spente, ma che sono invece programmate per registrare le conversazioni circostanti e per spedire queste informazioni ai server dell’Agenzia.

Da un punto di vista globale la rivelazione più inquietante è quella relativa al lavoro svolto dal gruppo “Umbrage” che raccoglie e conserva tutto quanto connesso alle tecniche di attacco e al “malware” proveniente da altri Stati. In pratica il lavoro di questa sezione della CIA rende più che possibile uno scenario che permette agli agenti di attaccare una risorsa informatica e lasciarci dentro delle “tracce” che indirizzeranno poi gli investigatori verso un altro colpevole. Un po’ come accade nelle opere di finzione quando il cattivo si impadronisce di un’arma che ha già ucciso in passato e commette un secondo delitto che la polizia scientifica tenderà ad attribuire al primo omicida. Ovviamente non è un caso che questo genere di notizie saltano fuori dopo che da mesi USA e Russia si accusano a vicenda di attacchi informatici. Una differenza tra queste nuove rivelazioni e quelle precedenti è che questa volta Wikileaks ha promesso di condividere le informazioni relative alle falle di sicurezza delle quali è venuta in possesso con i produttori dei sistemi operativi bersaglio delle stesse [2].

Contrariamente a quello che si potrebbe pensare in Italia siamo all’avanguardia, almeno per quello che riguarda gli strumenti dello spionaggio individuale, tanto è vero che società nostrane riescono a vendere i loro programmi spia persino al FBI [3] che di queste cose dovrebbe intendersene. Ma siamo anche il paese dove questo genere di programmi viene usato da tempo per spiare le persone attraverso i loro computer e cellulari e dove, prima che qualcuno si possa chiedersi se queste procedure siano “legali” o troppo invasive, è nato un gruppo di parlamentari che ha intenzione di proporre un Disegno di Legge sulla “Disciplina dell’uso dei captatori legali nel rispetto delle garanzie individuali” [4] che già dal nome è un ossimoro. Questo anche perché i cosiddetti “captatori” permettono a chi li gestisce di acquisire il controllo completo del computer o del cellulare bersaglio rendendoli di fatto in grado di compiere qualsiasi azione e di poterla poi attribuire con una certa facilità all’ignaro soggetto della loro attenzione. Difficilmente una norma di legge potrebbe evitare ogni possibile abuso di questo genere di potere.

Davanti a una situazione nella quale, sia a livello locale che internazionale, la sorveglianza degli Stati e dei loro apparati aumenta esponenzialmente non ci sono molte risposte possibili. Da una parte le associazioni che si battono per la libertà delle comunicazioni e per il rispetto della loro riservatezza possono continuare con le loro campagne. Dall’altra – la strada che preferiamo – bisogna continuare a propagandare l’uso individuale di strumenti e di programmi che rendono il lavoro degli spioni se non impossibile almeno più complicato.

Intanto negli USA, la famigerata norma – sulla quale si basano tutti i programmi di sorveglianza scoperti e denunciati negli ultimi anni – che permette ai servizi segreti statunitensi di spiare all’estero anche i cittadini americani è in scadenza quest’anno. Non ci dovremmo sorprendere se, con tutta probabilità, Trump o Obama, verrà rinnovata [5].

Riferimenti

[1] https://www.wikileaks.org/ciav7p1/

[2] https://www.wired.com/2017/03/assange-wikileaks-will-help-tech-giants-stop-cia-snooping/

[3] https://motherboard.vice.com/en_us/article/the-fbi-wont-confirm-or-deny-buying-hacking-team-spyware-even-though-it-did

[4] http://www.civicieinnovatori.it/?page_id=211

[5] https://arstechnica.com/tech-policy/2017/03/nsa-spy-law-up-for-renewal-but-feds-wont-say-how-many-americans-targeted/