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Dialogo tra due controfigure

– Hai visto?
– Cosa?
– La registrazione di quello che diceva MMD a proposito di Putin.
– Ah, sì.
– E allora?
– Allora abbiamo aggiunto una nuova freccia al nostro arco dialettico.
– Giusto! Chi non è favorevole al sostegno del governo, dell’esercito, dello stato ucraino e all’invio delle armi ha le stesse posizioni della Mafia.
– Esatto.
– In effetti non ne potevo più.
– Di cosa?
– Del continuare a sostenere che chi non è favorevole sostegno del governo, dell’esercito, dello stato ucraino e all’invio delle armi ha le stesse posizioni di Putin o di qualche vetero comunista nostrano.
– Già, ormai era una motivazione un po’ logora.
– Soprattutto dopo le ultime elezioni politiche.
– Sarebbe come dire che chi, come noi, è favorevole all’invio di armi ha le stesse posizioni del governo italiano, di FdI, Lega, PD, FI, eccetera…
– Mai!
– Speriamo piuttosto che non insistano ancora con quelle storia dell’asse Mafia-Insurrezionalisti.
– Sarebbe una complicazione.
– Già, gli insurrezionalisti putiniani non credo possa funzionare.

[continua?]

Il mese della marmotta

Il 2 febbraio, tradizionalmente noto almeno dalle nostre parti come la “Candelora” [1] è diventato, nel corso del tempo anche il “giorno della marmotta” il titolo di un divertente film del 1993 [2] nel quale il protagonista si trova bloccato in una sorta di bolla temporale che gli fa rivivere in continuazione lo stesso giorno. Dopo un primo naturale momento di sbandamento, proprio grazie al fatto che già conosce in anticipo quello che lo attende, riuscirà a sfruttare questo vantaggio e a uscire fuori dal circolo vizioso nel quale era finito. Questo è un insegnamento di quelli che andrebbero tenuti presenti anche da chi non recita in un film: quando ci si trova “imprigionati” in una situazione uguale ad altre nelle quali ci si è trovati in passato probabilmente è inutile continuare a comportarsi allo stesso modo, specialmente se il comportamento precedente non ha avuto successo. Ripetere più volte, davanti a situazioni già vissute, gli stessi comportamenti è un errore grossolano che oltretutto non favorisce la ricerca di altre possibili soluzioni.

Lo sciopero della fame di Alfredo Cospito ha avuto, tra i tanti effetti, anche quello di riportare l’anarchismo e gli anarchici sulle prime pagine, di tutti i mass media, vecchi e nuovi. Non è certo la prima volta che questo avviene ma probabilmente mai, almeno dai tempi della “Strage di Stato” del 1969, con l’ampiezza che si è vista tra la fine di gennaio e il febbraio del 2023.

Una semplice conferma alla portata di chiunque abbia accesso a Internet dovrebbe rendere meglio l’idea. Domenica 5 febbraio prendendo in considerazione esclusivamente 20 quotidiani [3] scelti semplicemente perché è stato molto facile trovare su web le prime pagine della relativa versione su carta si poteva rilevare che quelli dove non compariva la parola “Cospito” o “anarchici” (in tutte le sue declinazioni) erano solo tre.

È un po’ come se fossimo finiti sommersi sotto un diluvio di articoli, interviste, commenti che con la complicità della comunicazione elettronica hanno letteralmente assunto una portata, almeno dal punto di vista quantitativo, che non avevamo mai visto in precedenza. Questo anche grazie al fatto che la vicenda è stata strumentalmente usata dai politici per le loro scaramucce parlamentari, contribuendo in maniera decisiva all’aumento dell’interesse dei mezzi di comunicazione di massa.

Qui però è scattato una sorta di corto circuito in quanto l’informazione ufficiale ha provato ad affrontare un argomento, l’anarchismo e gli anarchici, del quale si è occupata sempre in modo superficiale e sempre di malavoglia mentre oggetto di questo improvviso interesse si è trovato a essere l’insieme formato dalle diverse componenti del movimento anarchico che – tradizionalmente – non hanno mai avuto grande simpatia (per usare un eufemismo) per giornali e giornalisti.

Il film ha seguito un copione prevedibile: in queste ultime settimane, anche limitandosi a leggere quello che è umanamente possibile, ne sono state scritte e dette davvero di tutti i colori. Anche prendendo in considerazione solo una piccola parte di quanto è stato pubblicato è facile dimostrare che nella quasi totalità dei casi le cose che sono state scritte sono una mescolanza frutto di ignoranza e malafede, di cialtroneria professionale e disinformazione, binomi che sembrano inscindibili quando si scrive dell’anarchismo e degli anarchici. Un miscuglio di notizie vere e inventate, di grossolani errori storici, di testi che sono frutto di “copia e incolla” dalle veline delle forze dell’ordine e, probabilmente, dei servizi segreti. Ma una cosa del genere era già avvenuta, anche se in misura molto minore, in più occasioni nel recente passato e quindi non dovrebbe destare troppa meraviglia.

Una enorme quantità di infamie è stata riversata sull’anarchismo e gli anarchici, nonostante la situazione di Alfredo Cospito parli da sola ed è manipolabile solo in parte. L’attacco politico e mediatico è rivolto contro tutto l’anarchismo e tutte e tutti gli anarchici.

Davanti a una situazione del genere verrebbe naturalmente voglia di replicare, riga su riga, almeno alle baggianate più stupide, alle accuse più offensive. Ma non sarebbe realisticamente possibile rispondere a tutta la spazzatura pubblicata perché, lo ripetiamo, è talmente tanta che provare a contrastarla diventerebbe un lavoro quasi infinito, specialmente quando le forze andrebbero utilizzate per questioni altrettanto importanti e non necessariamente collegate a quella oggi predominante.

Questo non significa che bisogna far finta di nulla o sottovalutare lo tsunami che il sistema dell’informazione ufficiale ha scatenato ma significa non lasciarsi intrappolare, come nel “giorno della marmotta”, in un defatigante confronto a colpi di comunicati, smentite, precisazioni eccetera. Una semplice occhiata a quanto è accaduto nel recente passato quando si sono verificati casi del genere dovrebbe far capire che non è possibile vincere questo genere di scontri.

Questo non significa che bisogna rimanere in silenzio, non significa essere costretti a tacere. Significa piuttosto provare a comunicare in modo diverso rispetto a quanto fatto anche nel recente passato, in primo luogo iniziando a sfruttare nel modo migliore gli strumenti di comunicazione e informazione che gestiamo direttamente. Significa cercare di produrre una comunicazione spiazzante, meno prevedibile, che parli agli interlocutori che ci interessano piuttosto che al sistema dei media ufficiali. Significa ricordare in ogni occasione il ruolo giocato dall’informazione che è quello di complicità all’interno del sistema politico ed economico nel quale viviamo, significa attaccare piuttosto che continuare solo a difenderci.

In alcuni casi è molto facile prevedere il futuro. Prima o poi questa sorta di tempesta mediatica passerà, anche se non possiamo sapere quando. Il nostro obiettivo dovrebbe essere, oltre a quello (scontato) di uscirne non troppo malconci, anche quello di non ritrovarci – alla prossima occasione – intrappolati di nuovo nello stesso circolo vizioso.

Pepsy

[1] Per chi non sapesse di cosa si tratta https://it.wikipedia.org/wiki/Candelora
[2] Il titolo originale è “Groundhog Day“, quello italiano è invece “Ricomicio da capo“.
[3] I quotidiani sono questi: Corriere della Sera, Domani, Il Dubbio, Il Fatto Quotidiano, Il Foglio,, Il Giornale, Il Manifesto, Il Mattino, Il Messaggero, Il Resto del Carlino, Il Riformista, Il Tempo, La Notizia, La Ragione, La Repubblica, La Stampa, La Verità, Leggo, Libero Quotidiano, Metro.

Recensioni non richieste 2022

Fin da quando ho imparato mi è sempre piaciuto leggere e ho continuato a farlo sempre con piacere, in modo disordinato ma costante, fino al 2021 quando ho toccato il punto più basso nel numero di libri letti in un anno. Credo sia stato un effetto collaterale della situazione perché poi, l’anno dopo ho ripreso a leggere con i ritmi precedenti. Il 2022, appena finito, ha per me un significato cabalisticamente importante per cui – per festeggiarlo – ho stilato la lista dei libri letti e ci ho aggiunto qualche piccolo commento. I giudizi sono riferiti al libro stesso e non necessariamente all’intera produzione di chi l’ha scritto. L’elenco è ordinato alfabeticamente secondo il cognome di autore/autrice. Buona parte dei libri sono degli ultimi anni ma non mancano titoli vecchi o anche molto vecchi, recuperati su qualche bancarella o che si erano nascosti in qualche angolo buio della mia libreria.

Attenzione agli “spoiler”.

Foto di uno dei primi aerei che vola.

AA.VV., Le morti concentriche
AA.VV., Il convitato delle ultime feste
AA.VV., Il cardinale Napellius
AA.VV., Storie sgradevoli
AA.VV., L’avvoltoio
Cinque libri che fanno parte di una antologia di racconti di vari autori del settecento e dell’ottocento del secolo scorso. Raccolti in una collana (“La biblioteca di Babele”) curata da J.L. Borges, uscita un po’ di anni fa. La qualità e la piacevolezza dei testi è altalenante, quello che si nota è che sono storie che sono state, nel corso del tempo “saccheggiate” da altri autori, con più o meno successo.

AA.VV., Giusto, sbagliato, dipende, 2022
Gli esperti della Accademia della Crusca che spiegano cose a volte scontate altre meno. Divertente, pedante e istruttivo.

AA.VV., L’avventra maivista di Frigidaire, 2020
Storia corale attraverso le interviste fatte ad alcuni dei protagonisti della esperienza pluridecennale di una rivista che ha avuto, almeno nei primi anni di vita, una notevole importanza nel panorama culturale indipendente e alternativo italiano.

Byatt A.S., Possessione, 2016
Bello. L’autrice si inventa la storia e le opere di un famoso scrittore vittoriano e del suo amore per una donna, a sua volta poetessa, che non avrebbe mai potuto avere accanto. Dal libro un film omonimo (2002) che ne conserva solo in parte il fascino.

Campanile F., Tragedie in due battute, 1978
Bello. Se non ti piace l’umorismo di Campanile non fai parte della mia rivoluzione. “Il tenore fa le scale per le scale della Scala”. Vedi anche più avanti.

Costante S., Corto Maltese e la poetica dello straniero, 2022
Probabilmente una tesi di laurea sul noto personaggio dei fumetti. Non sono sicuro che Corto Maltese possa essere definito “straniero”, sarei più propenso a definirlo “cittadino del mondo” come si diceva un tempo. Ma forse questo è solo un altro modo per dire la stessa cosa.

De Giovanni M., L’equazione del cuore, 2022
De Giovanni M., Un volo per Sara, 2022
De Giovanni M., Caminito, 2022
L’autore scrive ottimi libri da spiaggia/treno [*]. Il primo non appartiene a una serie e ha uno “spessore” maggiore degli altri due. Il secondo è quello che mi è piaciuto di meno. Il terzo riporta in campo un personaggio che avrebbe potuto anche scomparire dopo l’ultima storia e forse sarebbe stato meglio in quanto il “giallo” raccontato è (secondo me) il più debole di tutta la serie.

Doctorow C., Radicalized, 2020
Bello. Quattro storie di fantascienza sociale scritte bene da uno di quelli che quando scrive di Reti, Internet e computer sa di cosa sta scrivendo. Al contrario di altr* che si ostinano a farlo senza saperne molto.

Enzensberger H.M., Hammerstein o dell’ostinazione, 2010
Bello, bello, bello. Se non sei espert* di storia del nazismo (come me) probabilmente non conosci il personaggio e la sua famiglia della quale vengono raccontate le vicende. Ma se hai almeno un po’ di conoscenze relative al periodo e alla storia tedesca e mondiale questa specie di “romanzo” si legge tutto di un fiato. La suspance e i colpi di scena, in certi momenti, sono superiori a quelli di molte storie completamente inventate.

Ferrante E., La vita bugiarda degli adulti, 2019
Bello. Come mi accade spesso se qualcosa che ho letto (l’Amica geniale) mi piace poi ho una sorta di blocco verso quell’autore/autrice temendo di restare deluso dalle altre cose che scrive. In questo libro ci sono, per forza di cose, molte (forse troppe?) delle cose presenti in l’Amica geniale e non solo l’ambientazione o il fatto che siano ancora storie di donne. L’avrei intitolato “Storia di un braccialetto”.

Fracassi C., Sotto la notizia niente, 1994
Bello. Libro sepolto tra i tanti comprati e mai letti. Una delle cose interessanti è che presenta un quadro, sull’informazione giornalistica, proprio all’alba dell’inizio dell’era di Internet. Il che torna utile per chi non ha idea di quale fosse in quei tempi lo stato dell’arte dell’informazione.

Francescato D., Ridere è una cosa seria, 2002
Bello. Informazioni su alcune ricerche psicologiche e sociologiche sull’umorismo e la risata. “Cosa diventa un formaggio dopo un mese? Un forgiugno.” Indispensabile, vedi anche sopra.

Foto di un vecchio aereo che vola.

Hand D.J., Il caso non esiste, 2014
Bello. Il caso, la probabilità che avvenga o meno un evento. Tutto spiegato senza formule difficili e in un linguaggio piacevolmente divulgativo. Sincronicità, caos, profezie. Un sacco di bella roba.

Leonhard Schäfer, Contro Hitler, 2015
Brevi cenni di storia dell’opposizione al nazismo degli anarchici e dei libertari tedeschi.

Levin I., Questo giorno perfetto, 1970
Romanzo distopico di un autore più noto per un altro suo libro dal quale è stato tratto un classico del cinema.

Lloyd J., Mitchinson J., Il libro dell’ignoranza sugli animali, 2015
Una delle mie debolezze, i libri di elenchi e di cazzatelle varie: enciclopedie, dizionari, liste ecc… Il libro è stato preceduto da “Il libro dell’ignoranza”.

Maggiani M., L’eterna gioventù, 2021
Di Maggiani ho amato (cosa scontata) Il coraggio del pettirosso e anche un paio dei suoi altri libri. Negli anni ho provato a leggerne ancora senza però ritrovarci le cose che mi erano piaciute. Questo libro si colloca in una via di mezzo.

Macchi L., La voce dei turchini, 2003
Libro da spiaggia/treno [*]. Letto soprattutto perché ambientato a Napoli.

Malvaldi M. e Bruzzone S., Chiusi fuori, 2022
Malvaldi M. e Bruzzone S., Chi si ferma è perduto, 2022
Libri da spiaggia/treno [*] nella versione per ragazz*.

Marilli G. e Ratti D., La cooperazione in Italia, 2018
Beve compendio per chi ha interesse a capire come è nato il movimento cooperativo, come si è evoluto nel corso del tempo e come è andato a finire.

Mazzocco D., Cronofagia, 2019
Mah, boh, per fortuna sono poche pagine che scorrono via senza lasciare segni. Forse non ne ho capito il senso.

Michel L., Presa di possesso, 2021
Bello. Nel mio personale pantheon politico Louise Michel ha un posto di primo piano, nonostante la scadente agiografia anarchica, soprattutto quella prodotta nel secolo scorso, non le abbia reso merito. Forse con questo piccolo libro si sta invertendo la tendenza. Speriamo.

Myrdal G., L’obiettività nelle scienze sociali, 1973
Un argomento classico in un libro che prova a rispondere alla domanda: “esistono degli strumenti logici che rendono più agevole una ricerca oggettiva?”. Le ricadute sulla società dei metodi di ricerca.

Foto di uno dei primi aerei che sorvola Stonehenge

Passavini G., Porno di carta, 2016
Bello. A parte l’argomento, comunque interessante, le storie raccontate hanno (spesso) dell’incredibile e ci si trova dentro tutto e tutti, anche alcuni personaggi adesso più famosi che a quel tempo. Un pezzo di storia e di cultura italiana poco conosciuta.

Perez-Reverte A., I cani di strada non ballano, 2019
Una storia “nera” dove il valore aggiunto è dato da fatto che ne sono protagonisti dei cani. Trasformate i cani in uomini e la storia perde un po’ del suo fascino.

Pessoa F., Il banchiere anarchico, 1992
L’anarchismo, inteso esclusivamente come mancanza di regole, di chi ha potere. Un tema un po’ scontato ma lo svolgimento è più che decente.

Robecchi A., Una piccola questione di cuore, 2022
Nuove avventure per Carlo Monterossi, l’autore di programmi televisivi trash e investigatore per hobby. I tanti riferimenti a fatti e persone di oggi presenti in questa serie sono ovviamente più che voluti.

Simenon G., Maigret e il signor Charles
Simenon G., Maigret e l’uomo solo
Simenon G., Maigret e le persone perbene
Scoprendo l’acqua calda bisogna dire che l’autore sa scrivere… la qualità delle storie di uno dei commissari più famosi della letteratura è altalenante. Libri da spiaggia/treno [*] per eccellenza.

Soncini G., L’era della suscettibilità, 2021
Bello. Odiato, soprattutto dagli appassionati e dalle appassionate del “politicamente corretto” il libro mette in luce alcune delle (tante) contraddizioni di un certo modo di pensare. Probabilmente si possono scrivere le stesse cose in modo meno provocatorio ma, come è noto, la pubblicità è l’anima del commercio e fare ammuina vende di più. Il limite del libro e delle tesi esposte è che viene preso molto poco in considerazione il punto di vista contrario.

Vagnarelli G., Fu il mio cuore a prendere il pugnale, 2013
Come e perché trasformare un omicidio chiaramente politico in un problema psichiatrico. Il caso esemplare di Sante Caserio.

Valenti C., Storia del Living Theatre, 2008
Bello, bello. Una intervista lunga a Judith Malina co-fondatrice del Living Theatre. Una storia di lotte, di vittorie e di sconfitte, la storia di una epoca dove potevano accadere cose incredibili. I legami tra arte, amore, cultura e politica.

Valletti F., Storia della ginnastica, 1893) [Edizione fuori commercio]
Bello. Scoprire che la ginnastica deriva (in tutti i sensi) direttamente dall’addestramento militare fa capire molte più cose di quello che si possa credere.

Zizek S., Benvenuti in tempi interessanti, 2012
Piacevole da leggere. Comprendo che a volte sia necessario soffermarsi su verità banali, ma non bisognerebbe esagerare come fa l’autore.

 

Nota Bene
[*] Per evitare fraintendimenti preciso che etichetto come “libro da spiaggia/treno” un libro scritto in un italiano decente e che si può leggere senza problemi anche su una spiaggia affollata e rumorosa o in un treno dove tutt* parlano al telefonino. Ovviamente ce ne sono di qualità diversa, più o meno piacevoli da leggere. Sempre per evitare fraintendimenti un autore/autrice possono scrivere libri di qualità diversa e l’etichetta che uso si riferisce esclusivamente ai libri citati. Tenuto conto del numero di libri presenti in questo elenco che sono etichettati in questo modo si potrebbe pensare che io divido il mio tempo tra treno e spiaggia o che vado in treno in spiaggia (o in spiaggia in treno) anche di inverno. Non è così, anche se mi piacerebbe.