Tempo di anniversari, ricorrenze pesanti come quella della Strage di Stato hanno riportato in piazza una storia che molti vorrebbero sepolta per sempre, sotto una coltre di qualunquismo che accomuna tutto lo spettro della politica istituzionale italiana. Una storia nella quale si dimenticano le cose che si vogliono dimenticare e si scoprono nuove piste laddove la strada segnata dal 1969 è una sola, quella che molti avevano ben chiara già nei primi giorni dopo le bombe.
A Firenze, oggi, un corteo (meno di quanto vorremmo e più di quanto vorreste…) ha ricordato a chi era in giro per turismo o per lo shopping delle feste quello che è accaduto, 40 (lunghi) anni fa: le bombe, i morti, la caccia all’anarchico, l’omicidio di Giuseppe Pinelli.
Per fortuna, o per caso, o perché così deve essere, molti dei partecipanti al corteo nel 1969 non erano ancora nati.
Altri invece ricordavano sorridendo altri cortei, altre piazze, altri slogan, altri scontri, altri incontri.
Non un passaggio di testimone, ma la dimostrazione che, nonostante tutto, esiste ancora un filo che collega il dicembre 1969 al dicembre 2009, un lungo e resistente filo che stasera si è allungato tra le strade di una città ricca di storia.
Proprio come noi.