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La Cina è vicina, ancora…

Basta fare anche una semplice ricerca e saltano fuori a decine le dichiarazioni dei politici nostrani contro gli stati che controllano l’uso di Internet, paesi come la Cina, Cuba, Iran e via sbrodolando vengono sempre e costantemente accusati di reprimere i loro cittadini che vorrebbero accedere alla Rete ed esprimersi liberamente.

Tutti questi sepolcri imbiancati (per non usare altri termini più adatti) dimenticano sempre anche di ricordare che in Italia:

1) per accedere ad Internet da una postazione pubblica occorre farsi identificare e registrare, esattamente come a Cuba o in Cina;

2) esiste da tempo una lista di siti ai quali gli italiani non possono accedere, la lista è segreta, esattamente come in Iran o in Libia, ma anche in Australia.

Adesso minacciano di aggiungere qualche ulteriore forma di censura, con la scusa che qualcuno ha scritto qualcosa che non doveva sul web.

Se ancora non lo avete fatto iniziate a studiare come fanno quei disgraziati in Iran o in Cina a bypassare la censura dei loro stati, perché (presto) vi potrebbe tornare utile.

I nostri primi 40 anni

Tempo di anniversari, ricorrenze pesanti come quella della Strage di Stato hanno riportato in piazza una storia che molti vorrebbero sepolta per sempre, sotto una coltre di qualunquismo che accomuna tutto lo spettro della politica istituzionale italiana. Una storia nella quale si dimenticano le cose che si vogliono dimenticare e si scoprono nuove piste laddove la strada segnata dal 1969 è una sola, quella che molti avevano ben chiara già nei primi giorni dopo le bombe.

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A Firenze, oggi, un corteo (meno di quanto vorremmo e più di quanto vorreste…) ha ricordato a chi era in giro per turismo o per lo shopping delle feste quello che è accaduto, 40 (lunghi) anni fa: le bombe, i morti, la caccia all’anarchico, l’omicidio di Giuseppe Pinelli.

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Per fortuna, o per caso, o perché così deve essere, molti dei partecipanti al corteo nel 1969 non erano ancora nati.

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Altri invece ricordavano sorridendo altri cortei, altre piazze, altri slogan, altri scontri, altri incontri.
Non un passaggio di testimone, ma la dimostrazione che, nonostante tutto, esiste ancora un filo che collega il dicembre 1969 al dicembre 2009, un lungo e resistente filo che stasera si è allungato tra le strade di una città ricca di storia.
Proprio come noi.

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Babau ai padroni

Si, vabbè è una traduzione automatica, ma io il francese non lo conosco mica, però ho capito lo stesso quello che c’è scritto :-)

“Secondo una fonte sindacale, dopo una notte inquieta, i dipendenti di Tonneins JLG (Lot-et-Garonne) ha avuto un aumento della quantità di loro retribuzione. “Abbiamo ricevuto una compensazione gestione sovra-legale 30 000 per le 53 persone che si perdono posti di lavoro, dicono i sindacati. Ma ci dispiace per la lentezza delle decisioni del management, che ha perso tutto il tempo ha contribuito ad aumentare la tensione. “Ieri, gestione del personale aveva minacciato di saltare aerei ascensori da bombole di gas, bottiglie vuote dai gendarmi. dipendenti, che hanno ratificato l’accordo di questa mattina a quasi all’unanimità prevede di riprendere il lavoro Lunedi.”

17/07/2009