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Recensioni di cadaveri dell’informazione

Recensioni non richieste 2022

Fin da quando ho imparato mi è sempre piaciuto leggere e ho continuato a farlo sempre con piacere, in modo disordinato ma costante, fino al 2021 quando ho toccato il punto più basso nel numero di libri letti in un anno. Credo sia stato un effetto collaterale della situazione perché poi, l’anno dopo ho ripreso a leggere con i ritmi precedenti. Il 2022, appena finito, ha per me un significato cabalisticamente importante per cui – per festeggiarlo – ho stilato la lista dei libri letti e ci ho aggiunto qualche piccolo commento. I giudizi sono riferiti al libro stesso e non necessariamente all’intera produzione di chi l’ha scritto. L’elenco è ordinato alfabeticamente secondo il cognome di autore/autrice. Buona parte dei libri sono degli ultimi anni ma non mancano titoli vecchi o anche molto vecchi, recuperati su qualche bancarella o che si erano nascosti in qualche angolo buio della mia libreria.

Attenzione agli “spoiler”.

Foto di uno dei primi aerei che vola.

AA.VV., Le morti concentriche
AA.VV., Il convitato delle ultime feste
AA.VV., Il cardinale Napellius
AA.VV., Storie sgradevoli
AA.VV., L’avvoltoio
Cinque libri che fanno parte di una antologia di racconti di vari autori del settecento e dell’ottocento del secolo scorso. Raccolti in una collana (“La biblioteca di Babele”) curata da J.L. Borges, uscita un po’ di anni fa. La qualità e la piacevolezza dei testi è altalenante, quello che si nota è che sono storie che sono state, nel corso del tempo “saccheggiate” da altri autori, con più o meno successo.

AA.VV., Giusto, sbagliato, dipende, 2022
Gli esperti della Accademia della Crusca che spiegano cose a volte scontate altre meno. Divertente, pedante e istruttivo.

AA.VV., L’avventra maivista di Frigidaire, 2020
Storia corale attraverso le interviste fatte ad alcuni dei protagonisti della esperienza pluridecennale di una rivista che ha avuto, almeno nei primi anni di vita, una notevole importanza nel panorama culturale indipendente e alternativo italiano.

Byatt A.S., Possessione, 2016
Bello. L’autrice si inventa la storia e le opere di un famoso scrittore vittoriano e del suo amore per una donna, a sua volta poetessa, che non avrebbe mai potuto avere accanto. Dal libro un film omonimo (2002) che ne conserva solo in parte il fascino.

Campanile F., Tragedie in due battute, 1978
Bello. Se non ti piace l’umorismo di Campanile non fai parte della mia rivoluzione. “Il tenore fa le scale per le scale della Scala”. Vedi anche più avanti.

Costante S., Corto Maltese e la poetica dello straniero, 2022
Probabilmente una tesi di laurea sul noto personaggio dei fumetti. Non sono sicuro che Corto Maltese possa essere definito “straniero”, sarei più propenso a definirlo “cittadino del mondo” come si diceva un tempo. Ma forse questo è solo un altro modo per dire la stessa cosa.

De Giovanni M., L’equazione del cuore, 2022
De Giovanni M., Un volo per Sara, 2022
De Giovanni M., Caminito, 2022
L’autore scrive ottimi libri da spiaggia/treno [*]. Il primo non appartiene a una serie e ha uno “spessore” maggiore degli altri due. Il secondo è quello che mi è piaciuto di meno. Il terzo riporta in campo un personaggio che avrebbe potuto anche scomparire dopo l’ultima storia e forse sarebbe stato meglio in quanto il “giallo” raccontato è (secondo me) il più debole di tutta la serie.

Doctorow C., Radicalized, 2020
Bello. Quattro storie di fantascienza sociale scritte bene da uno di quelli che quando scrive di Reti, Internet e computer sa di cosa sta scrivendo. Al contrario di altr* che si ostinano a farlo senza saperne molto.

Enzensberger H.M., Hammerstein o dell’ostinazione, 2010
Bello, bello, bello. Se non sei espert* di storia del nazismo (come me) probabilmente non conosci il personaggio e la sua famiglia della quale vengono raccontate le vicende. Ma se hai almeno un po’ di conoscenze relative al periodo e alla storia tedesca e mondiale questa specie di “romanzo” si legge tutto di un fiato. La suspance e i colpi di scena, in certi momenti, sono superiori a quelli di molte storie completamente inventate.

Ferrante E., La vita bugiarda degli adulti, 2019
Bello. Come mi accade spesso se qualcosa che ho letto (l’Amica geniale) mi piace poi ho una sorta di blocco verso quell’autore/autrice temendo di restare deluso dalle altre cose che scrive. In questo libro ci sono, per forza di cose, molte (forse troppe?) delle cose presenti in l’Amica geniale e non solo l’ambientazione o il fatto che siano ancora storie di donne. L’avrei intitolato “Storia di un braccialetto”.

Fracassi C., Sotto la notizia niente, 1994
Bello. Libro sepolto tra i tanti comprati e mai letti. Una delle cose interessanti è che presenta un quadro, sull’informazione giornalistica, proprio all’alba dell’inizio dell’era di Internet. Il che torna utile per chi non ha idea di quale fosse in quei tempi lo stato dell’arte dell’informazione.

Francescato D., Ridere è una cosa seria, 2002
Bello. Informazioni su alcune ricerche psicologiche e sociologiche sull’umorismo e la risata. “Cosa diventa un formaggio dopo un mese? Un forgiugno.” Indispensabile, vedi anche sopra.

Foto di un vecchio aereo che vola.

Hand D.J., Il caso non esiste, 2014
Bello. Il caso, la probabilità che avvenga o meno un evento. Tutto spiegato senza formule difficili e in un linguaggio piacevolmente divulgativo. Sincronicità, caos, profezie. Un sacco di bella roba.

Leonhard Schäfer, Contro Hitler, 2015
Brevi cenni di storia dell’opposizione al nazismo degli anarchici e dei libertari tedeschi.

Levin I., Questo giorno perfetto, 1970
Romanzo distopico di un autore più noto per un altro suo libro dal quale è stato tratto un classico del cinema.

Lloyd J., Mitchinson J., Il libro dell’ignoranza sugli animali, 2015
Una delle mie debolezze, i libri di elenchi e di cazzatelle varie: enciclopedie, dizionari, liste ecc… Il libro è stato preceduto da “Il libro dell’ignoranza”.

Maggiani M., L’eterna gioventù, 2021
Di Maggiani ho amato (cosa scontata) Il coraggio del pettirosso e anche un paio dei suoi altri libri. Negli anni ho provato a leggerne ancora senza però ritrovarci le cose che mi erano piaciute. Questo libro si colloca in una via di mezzo.

Macchi L., La voce dei turchini, 2003
Libro da spiaggia/treno [*]. Letto soprattutto perché ambientato a Napoli.

Malvaldi M. e Bruzzone S., Chiusi fuori, 2022
Malvaldi M. e Bruzzone S., Chi si ferma è perduto, 2022
Libri da spiaggia/treno [*] nella versione per ragazz*.

Marilli G. e Ratti D., La cooperazione in Italia, 2018
Beve compendio per chi ha interesse a capire come è nato il movimento cooperativo, come si è evoluto nel corso del tempo e come è andato a finire.

Mazzocco D., Cronofagia, 2019
Mah, boh, per fortuna sono poche pagine che scorrono via senza lasciare segni. Forse non ne ho capito il senso.

Michel L., Presa di possesso, 2021
Bello. Nel mio personale pantheon politico Louise Michel ha un posto di primo piano, nonostante la scadente agiografia anarchica, soprattutto quella prodotta nel secolo scorso, non le abbia reso merito. Forse con questo piccolo libro si sta invertendo la tendenza. Speriamo.

Myrdal G., L’obiettività nelle scienze sociali, 1973
Un argomento classico in un libro che prova a rispondere alla domanda: “esistono degli strumenti logici che rendono più agevole una ricerca oggettiva?”. Le ricadute sulla società dei metodi di ricerca.

Foto di uno dei primi aerei che sorvola Stonehenge

Passavini G., Porno di carta, 2016
Bello. A parte l’argomento, comunque interessante, le storie raccontate hanno (spesso) dell’incredibile e ci si trova dentro tutto e tutti, anche alcuni personaggi adesso più famosi che a quel tempo. Un pezzo di storia e di cultura italiana poco conosciuta.

Perez-Reverte A., I cani di strada non ballano, 2019
Una storia “nera” dove il valore aggiunto è dato da fatto che ne sono protagonisti dei cani. Trasformate i cani in uomini e la storia perde un po’ del suo fascino.

Pessoa F., Il banchiere anarchico, 1992
L’anarchismo, inteso esclusivamente come mancanza di regole, di chi ha potere. Un tema un po’ scontato ma lo svolgimento è più che decente.

Robecchi A., Una piccola questione di cuore, 2022
Nuove avventure per Carlo Monterossi, l’autore di programmi televisivi trash e investigatore per hobby. I tanti riferimenti a fatti e persone di oggi presenti in questa serie sono ovviamente più che voluti.

Simenon G., Maigret e il signor Charles
Simenon G., Maigret e l’uomo solo
Simenon G., Maigret e le persone perbene
Scoprendo l’acqua calda bisogna dire che l’autore sa scrivere… la qualità delle storie di uno dei commissari più famosi della letteratura è altalenante. Libri da spiaggia/treno [*] per eccellenza.

Soncini G., L’era della suscettibilità, 2021
Bello. Odiato, soprattutto dagli appassionati e dalle appassionate del “politicamente corretto” il libro mette in luce alcune delle (tante) contraddizioni di un certo modo di pensare. Probabilmente si possono scrivere le stesse cose in modo meno provocatorio ma, come è noto, la pubblicità è l’anima del commercio e fare ammuina vende di più. Il limite del libro e delle tesi esposte è che viene preso molto poco in considerazione il punto di vista contrario.

Vagnarelli G., Fu il mio cuore a prendere il pugnale, 2013
Come e perché trasformare un omicidio chiaramente politico in un problema psichiatrico. Il caso esemplare di Sante Caserio.

Valenti C., Storia del Living Theatre, 2008
Bello, bello. Una intervista lunga a Judith Malina co-fondatrice del Living Theatre. Una storia di lotte, di vittorie e di sconfitte, la storia di una epoca dove potevano accadere cose incredibili. I legami tra arte, amore, cultura e politica.

Valletti F., Storia della ginnastica, 1893) [Edizione fuori commercio]
Bello. Scoprire che la ginnastica deriva (in tutti i sensi) direttamente dall’addestramento militare fa capire molte più cose di quello che si possa credere.

Zizek S., Benvenuti in tempi interessanti, 2012
Piacevole da leggere. Comprendo che a volte sia necessario soffermarsi su verità banali, ma non bisognerebbe esagerare come fa l’autore.

 

Nota Bene
[*] Per evitare fraintendimenti preciso che etichetto come “libro da spiaggia/treno” un libro scritto in un italiano decente e che si può leggere senza problemi anche su una spiaggia affollata e rumorosa o in un treno dove tutt* parlano al telefonino. Ovviamente ce ne sono di qualità diversa, più o meno piacevoli da leggere. Sempre per evitare fraintendimenti un autore/autrice possono scrivere libri di qualità diversa e l’etichetta che uso si riferisce esclusivamente ai libri citati. Tenuto conto del numero di libri presenti in questo elenco che sono etichettati in questo modo si potrebbe pensare che io divido il mio tempo tra treno e spiaggia o che vado in treno in spiaggia (o in spiaggia in treno) anche di inverno. Non è così, anche se mi piacerebbe.

Propaganda anti-anarchica

Due sono le cose che infestano la comunicazione elettronica in Rete: le foto dei gattini e i “meme” a questi va aggiunta, in tempi di guerra, la comunicazione delle parti in causa nel confitto che, in ogni caso, è sempre propaganda di guerra.

Se sui gattini non c’è bisogno di spendere molte altre parole cosa siano i “meme” forse va spiegato ai pochi che ancora non lo sanno. In generale viene definito “meme” un qualcosa che si diffonde da persona a persona all’interno di un determinato ambito, per cui in alcuni casi la diffusione può essere ristretta ad una piccola cerchia di persone e in altri allargata a dismisura.

Su Internet i “meme” hanno – di solito – la forma di immagini (foto, filmati o disegni) che nella maggior parte dei casi sono riprese da qualcosa di pre-esistente mentre in altri sono create ex-novo. A queste immagini vengono a volte aggiunti testi che dovrebbero dargli uno specifico significato. Molto spesso un “meme” originale viene modificato, magari più e più volte, facendogli assumere anche significati diversi da quello iniziale.

Quelli che oggi sono conosciuti come “meme” non sono una invenzione originale, basti ricordare i “ready-made” dei surrealisti che sono vecchi più di un secolo o in tempi relativamente più recenti, i “detournement” dei situazionisti. In entrambi i casi i personal computer e la Rete non esistevano e quindi forse l’unica differenza sta nella veloce ed enorme diffusione che oggi ha questo tipo di comunicazione. Proprio per quest’ultima ragione non sorprende che la propaganda di guerra la utilizzi ampiamente.

Tra i tanti “meme” che circolano da quando l’esercito russo ha invaso l’Ucraina, ne abbiamo incontrato uno dedicato esplicitamente agli anarchici. Si tratta, in questo caso, di una immagine pre-esistente; i programmi che cercano su Internet le immagini simili fanno risalire la sua prima apparizione almeno al 2017.

L’originale è composto da 4 vignette, senza parole, che raccontano una storia caratterizzata da quello che si potrebbe definire “umorismo nero”, ovvero il tentativo di far ridere raccontando storie che affrontano argomenti seri.

Nella prima vignetta c’è una mano aperta che emerge dall’acqua, nella seconda si vede una seconda mano che si avvicina alla prima, nella terza la mano che si stava avvicinando “batte il cinque” con quella che emerge dall’acqua e nella vignetta finale compaiono solo le dita della mano immersa nell’acqua.

Non c’è bisogno di un dottorato in semiologia per comprenderne il significato: davanti a una persona in pericolo (probabilmente sta affogando) invece che salvarla (afferrandole la mano) si preferisce un gesto inutile (“battere il cinque”) e questo causa la morte della persona.
Fa ridere? Non fa ridere? Ognuno decida per conto proprio perché, in questo contesto, non interessa il “meme” originale ma una sua versione modificata che sta circolando da qualche tempo anche su siti in lingua italiana.

L’immagine originale è stata modificata apponendo delle scritte in inglese: nella prima vignetta sulla mano che emerge dall’acqua c’è scritto “UKRAINIAN ANARCHIST” (anarchici ucraini), nella seconda sulla mano che si avvicina c’è scritto “WESTERN ANARCHISTS” (anarchici occidentali), nella terza sulle mani che “battono il cinque” c’è la scritta “NOT WAR BUT CLASS WAR COMRADE LOL” (no guerra ma guerra di classe compagno LOL), sulla vignetta conclusiva non compaiono scritte. Forse conviene ricordare che “LOL” è un acronimo usato da sempre su Internet che significa “laughing out loud” (ridendo a crepapelle).

Anche in questo caso il significato del “meme” è alquanto chiaro. Si tratta di una accusa, molto pesante, agli “anarchici occidentali” che, davanti alla tragedia della guerra in Ucraina, si limiterebbero a riproporre uno slogan (“no guerra ma guerra di classe”) causando la morte degli “anarchici ucraini”.

Anche se piacerebbe saperlo, nessuno ha firmato questo “meme” ma chiunque sia stat* ha realizzato qualcosa che si può definire come “propaganda anti-anarchica” e questo perché NON esiste una posizione comune di tutti gli anarchici  e tantomeno di quelli “occidentali” a proposito della guerra in Ucraina. Ci sono infatti, all’interno del movimento anarchico, posizioni che sono più vicine a quelle degli “anarchici ucraini” e posizioni che sono più lontane dalle scelte che hanno fatto. Basta un minimo di onestà intellettuale e la lettura di quello che è stato pubblicato sui siti anarchici negli ultimi tre mesi per verificarlo.

Chi ha creato il “meme” in questione ha invece esplicitamente mosso una accusa collettiva, una accusa rivolta a tutto il movimento anarchico o almeno a quello definito “occidentale”. E quindi si tratta di “propaganda anti-anarchica”, qualsiasi fossero le intenzioni di chi ha creato il “meme”. A meno di credersi depositari* unic* dell’idea anarchica o della “giusta linea” da seguire e questo sarebbe anche peggio.

Si tratta, con ogni evidenza, oltre che di “propaganda anti-anarchica” anche di propaganda di guerra, una comunicazione che si caratterizza sempre per la sua “binarietà”: con noi o contro di noi, amici-nemici, alleati-avversari, buoni-cattivi, ecc… e che viene da sempre utilizzata ampiamente da tutte le parti coinvolte in un conflitto armato.

L’immagine non viene pubblicata in quanto, proprio perché si tratta di “propaganda anti-anarchica”, sarebbe un controsenso aumentarne la visibilità.

Conversioni pericolose

Fino a questo momento, al tempo del C-19, quello sotto è il cartello che preferisco; suppongo sia diffuso anche in altre città e qui fa bella mostra nella vetrina di un bar in centro:

Conversioni sbagliate

Il cartello è interessante, oltre che leggermente ridicolo, e fa venire in mente alcune pigre riflessioni:

1. che anche ai tempi di Internet le persone non sanno convertire una unità di misura in un’altra, 6 piedi (“feet”) equivalgono a circa 1,8288 metri;

2. che le misure di sicurezza prese durante la pandemia non avevano/hanno sempre delle solide basi scientifiche;

3. che noi italiani ci vogliamo più bene degli statunitensi;

4. che qualcuno potrebbe pensare che in quel bar bisogna tenere una distanza interpersonale diversa a seconda della nazionalità di appartenenza;

5. che il cartello non è proprio il massimo, sia dal punto di vista dell’utilità che della comunicazione;

6. mi fa notare Nicolas Laney (via mastodon) che si potrebbe anche vederci una divisione di genere, ma solo se le persone sono vestite in modo tradizionale.