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La scienza delle soluzioni immaginarie

Il bello del web

Una delle (poche) cose belle del web è che una volta pubblicata una pagina poi è troppo tardi per ripensarci.
Prendiamo ad esempio la recente farsa sui 300 psicologi da spedire a Napoli per collaborare con il Commissario per l’emergenza rifiuti…
Tutta la polemica nasce dalla pubblicazione di un appello che poi, magicamente, sparisce dal sito web originale.
Per chi se la fosse persa ecco qui sotto la pagina “incriminata”, ripescata dalla cache di un motore di ricerca:

pagina scomparsa dal sito

E qui sotto un ingrandimento del testo cha ha sollevato il vespaio:

pagina scomparsa dal sito (dettaglio)

Visto che ci siamo, contraddiciamo immediatamente l’affermazione iniziale: una volta che hai pubblicato una pagina, per esempio questa qui sotto:

chi siamo prima del caso (dettaglio)

poi, se qualcosa non torna, per esempio se ti criticano, puoi sempre cambiarla, per esempio con questa:

chi siamo dopo il caso (dettaglio)

A questo punto siamo confusi, non sappiamo più se il web sia immutabile o in continuo cambiamento, forse ci servirebbe proprio un aiutino psicologico.

La storia la fa la legge?

Il 12 ottobre scorso in Francia è stata approvata (ma non ancora in via definitiva) una legge che punisce col carcere chi neghi il genocidio degli armeni.
Questa legge si aggiunge a quella, che ha già trovato applicazione in vari Stati, che punisce chi nega il genocidio degli ebrei.
Aspettiamo adesso, per par condicio, una legge che punisca chi neghi il genocidio dei pellerossa, dei curdi, degli zingari, degli incas e via sterminando.
Col massimo rispetto per tutti i popoli citati a me sembra davvero una bestialità far scrivere la storia ad una legge, sia per tutti i popoli che non avranno mai un simile (postumo) riconoscimento, sia perché le leggi che puniscono le opinioni piuttosto che le azioni sanno sempre di censura.