Le sciagure non arrivano mai da sole e quindi, dopo il trentennale del ’77 è arrivato anche il quarantennale del ’68.
Semplificando le cose, sono tre le principali tendenze di rievocazione:
1) da una parte quelli che fanno una gran confusione fra il 1968, il maggio francese e zone limitrofe finendo poi per sparlare dei cosiddetti “anni di piombo” che invece, storicamente, si collocano anni dopo la data fatidica.
2) dall’altra parte quelli che, correttamente, inquadrano il ’68 all’interno dei movimenti giovanili degli anni ’60.
3) e infine quelli che fanno, intenzionalmente o meno, un po’ di confusione fra le due tendenze precedenti.
In tutte le tendenze principali sono presenti, in modo trasversalmente assortito, almeno quattro figure tipiche:
a) il reduce non pentito… ma
A questa categoria appartengono tutti coloro che, pur non rinnegando quegli anni, hanno però sviluppato una attenta riflessione sugli stessi e sulle luci ed ombre che li hanno accompagnati e ce la ripropongono.
b) il reduce pentito
A questa categoria appartengono tutti coloro che, al tempo, partecipavano entusiasticamente alla rivolta contro il sistema ma che poi, crescendo hanno cambiato idea e che adesso si trovano, politicamente, dalla parte opposta della barricata.
c) quello che già allora era contro il ’68
A questa categoria appartengono tutti coloro che, nel ’68, militavano in formazioni o partiti reazionari e che adesso possono finalmente criticare apertamente e senza paura quegli anni.
d) quello che non era ancora nato o che era minore di 14 anni
A questa categoria appartengono ovviamente tutti coloro che il ’68 l’hanno vissuto esclusivamente attreverso le letture ed i racconti.
Questa la griglia. Prossimamente gli esempi di applicazione.