Archivi categoria: Altro

Indymedia in Italia 3

3. Genova. Il battesimo del fuoco

“Un giovane fotoreporter di Indymedia è arrivato in infermeria accompagnato dai suoi amici in stato di shock, con lo sguardo perso nel vuoto, praticamente incapace di parlare, a tratti, scosso da singhiozzi.” (I Sanitari del GSF, Obbligo di referto, 2001, p.94)


La seconda vita di (((i))) inizia a Genova quando centinaia di mediattivisti riuscirono a documentare quello che stava accadendo, spesso prima e meglio dei professionisti. Fu un vero e proprio “battesimo del fuoco” nel quale prese forma la comunità che poi gestì quello che sarebbe diventato per alcuni anni il sito di informazione di movimento italiano più visitato in assoluto e, anche per questa ragione, il più amato e odiato.

Ai primi di luglio 2001 alla lista di gestione sono iscritte più di un centinaio di persone e 459 alla Newsletter. Il gruppo di (((i))), grazie anche alla notorietà internazionale del network nato a Seattle e alla scadenza di Genova diventa un nodo centrale per l’informazione indipendente.

Scrivono da Taiwan:


Hi!
I am […], a reporter of […].
If u can read Chinese, you would find that we are a leftists’
magazine. It’s not common at Taiwan. We are free of charge, everyone can
take a copy at so many bookstores, pubs,rave scene and museum….etc.
We had several cover stories about anyi-globalization movement. We
admire your movement so much.
As we know, there will be more combats against G8 – Summit, Genoa,
in Italy July 20-22, right?
So, we are planning to organize a group of 15 people to join your
movement, or at least to be a witness, maybe for 2 weeks. Is it possible
to follow you and some progressive groups you recommend? We would like
to stay in Italy for 2 weeks then.
We have to tell you that we admire your job and we’d like to
co-operate with you and act under your instruction.
We want to involve and we believe action together is important.
And, We really want more Taiwanese understand what happen and how
we should react.
And we want to report what you and you comrade do.
So, would you please to give us so idea?
Thanks a lot.


Da Malta:


I’m […] from MOVIMENT GRAFFITTI( Malta) and we would like to came to
genova for the G8 meeting. Can you please help us and send us some info
regards where we can sleep and about workshops and seminars . Moviment
Graffitti is active against exploitation and / or oppression of people, environment and animals; With a vision of socialism, freedom and radical democracy


Ma anche da altre parti del mondo arrivano richieste di tutti i tipi, annunci di presenze, messaggi di solidarietà e di lotta.

Vengono fatte diverse riunioni, Roma, Bologna, Genova, per organizzare la copertura mediatica dell’evento e ai primi di luglio un gruppo va a lavorare nell’edificio della Scuola “Pascoli”, concessa in uso al “Genova Social Forum”, che servirà da punto di appoggio per tutti: giornalisti dei media ufficiali, la Segreteria del “Genova Social Forum”, gli avvocati, “radio Gap” e naturalmente il Media Center gestito principalmente da attivisti e attiviste di (((I))) provenienti da vari paesi.

In quei giorni il gruppo di (((i))) diventa un soggetto con il quale tutti devono fare i conti e riesce a ottenere che in tutti gli spazi di pernottamento ci siano computer da cui pubblicare materiale e che un intero piano del Media Center sia ad accesso libero, una sorte di Internet café, dove chiunque può entrare per leggere la posta elettronica e per pubblicare quello che vuole.

La situazione tecnica nella prima settimana di luglio era più o meno questa:


In assemblea a bologna e a roma ci siamo detti di preparare un
elenco dei materiali che sikamo sicuri ci siano gia’ e di quelli che
dovremmo recuperare perche’ utili/interessanti:

C’E’:
-un totale di terminali windows e linux per testi e aggiornamento web da
milano
-due pc da milano con acquisizione video
-due da roma con acquisizione video
-una postazione video editing da bologna
-due psotazioni aggionramento da bologna
-un pc per azuisizione video da firenze
-un paio di macchine per fare da server da milano

CI SARANNO:
(bisogna capire chi e quante se ne porta)
-telecamere
-macchine fotografiche
-hub
-schede di rete sfuse
-cavo cat.5 plug RJ45 e crimpatrici
-modem ISDN e 56k e ADSL
-acidi per sviluppo
-radio di varia natura (ricetrasmittenti tipo walkie talkie, CB (o
baracchini che dir si voglia)
-furgone
-CD per fare musica sulla webradio ;)
-altro chi si ricorda qualcosa che adesso sono bollito
-scheda telefonica indy da pubblicizzare nei contatti (anche due magari)

Postero’ questa lista tenendola aaggiornata con i suggerimenti di tutt*

attendo

ora vado a nanna ;)
notte


Ma le discussioni non si limitavano ai problemi tecnici:


da discussioni recenti e riflessioni personali
cerchiamo di cambiare le parole
non ci facciamo incastrare in etichette costruite da altri
noi come indymedia e persone che si occupano di informazione e
comunicazione abbiamo una responsabilita’

depotenziamo la parola antiglobalizzazione (etichetta falsa che tende a
identificare il movimento come un gruppo di retrogradi fascisti) e
cerchiamo di usarne di piu’ proprie

come inizio

propongo di cambiare i titoletti delle feature di prima pagina da
anti-glob
a
anti-globalcapitalism
(soluzioni alternative piu’ socialdemocrtiche: for a social glob)

il primo passo per invertire la rotta passa da qui
se in 24 ore nessuno dice nulla io procedo


 

Copertina del VHS "Niente da Archiviare"

Copertina del VHS “Niente da Archiviare”

Viene creata una nuova lista (j21) per coprire l’evento e nei tre giorni di luglio il Media Center diventa il punto di riferimento per chi vuole avere o vuole dare informazioni su quello che sta accadendo in città.


(dalla Tesi già citata in precedenza)

“Beh, io ero lá, questo paragrafo potrebbe prendere la forma di una confessione: ero lá a tirare cavi elettrici. Da dieci giorni prima. Nella maledetta Via Battisti. Cablare la scuola, dormire per terra, aspettare l’arrivo degli altri attivisti e compagni. Organizzare la cucina, la sala video, la camera oscura. Fare i pass per l’accesso al terzo piano, quello di Indymedia.

Fare il portinaio giú in basso, al banchino al piano terra. Lasciare passare solo chi conosci o ha un tesserino valido. Chiaccherare con il corrispondente ansa.

Uscire e guardare sfilare il corteo allegro del 19, dedicato ai migranti. Focaccia dalla fornaia all’angolo.

Il 20, giorno delle azioni dirette, chiudere il cancello, quando in strada una barricata annuncia scontri. Sentirsi stronzi, a dividere attivisti e mediattivisti. Chi ha uno stronzo di cartellino verde chiaro e chi no.

Le ambulanze che tornano dalla piazza vetri rotti feriti e lacrimogeni dentro, assieme. I racconti. La faccia gonfia di chi le ha prese ma ha scelto (giustamente) di non andare in ospedale. Notizie che gli sbirri si sono ‘bevuti’ questo o quel compagno. Aggiornare il sito.

Primo piano, terzo piano, piano terra. Scale su scale. La rabbia di chi in piazza le ha prese. Lo sguardo di chi ha visto molto sangue e fumo. I primi video della giornata.

Le notizie da Piazza Alimonda. Le lacrime silenziose degli altri che guardano il lancio ansa sul pc. La foto del volto di Carlo Giuliani. Solo sangue.

Troppe cose da fare.

Dopo Genova niente sará piú uguale. Né per il movimento né per il potere, C’é scritto anche su Indymedia. Il famigerato punto di non ritorno.

Le riunioni in inglese, con gli attivisti internazionali, la sera. Coordinare i terzetti avvocato medico videomaker. Mediare, spiegare. Tirare il fiato. Vedere che il sito regge (o che non regge giá piú). Parlare al telefono con un tizio dell’Unitá che ti hanno passato e vuole le statistiche di non so che e gli spari una cifra a caso, che finisce sul giornale.

Le relazioni con Radiogap: primo, insegnargli a usare la chat. Secondo, avere pazienza. Terzo, siamo diversi. Quarto, crediamo nelle stesse cose.

Dieci giorni senza fare la doccia non é il massimo (cé scappato solo un bagno in mare).

Aprire la palestra di fronte, che ha piovuto e infradiciato i campeggi. Tirare un cavo di rete, bello e altissimo, tra i due palazzi. Mettere quattro cinque computer di lá (li sfracelleranno gli antisommossa, la notte di Sabato, assieme a milze, denti, crani, e mani. Forse perché era buio.)

Provare a fare informazione, o a fare politica. Tra portavoci con le arie, boy scout spaesati, professori filippini, ragazzetti tedeschi vestiti di nero opaco.

La mattanza infame del sabato notte. Assemblea, a seguire. Dormire in assemblea, quando sono le 4. Un ‘salvacondotto'(?) e un pullman per la stazione, domenica mattina. Treno fino a Milano. Magliettina bianca.”


La repressione arriva solo pochi minuti dopo l’irruzione nell’edificio della “Diaz-Pertini”, quello della macelleria all’italiana. Una quarantina di agenti di polizia irrompono anche nella “Pascoli” e per quasi un’ora distruggono computer, tra i quali quelli degli avvocati del GSF, rubano materiali e malmenano qualcuno dei presenti. Poi escono senza arrestare nessuno.

Successivamente, in sede processuale, uno dei funzionari di polizia al comando si difese affermando che erano entrati in quell’edificio “per errore”. Molti credono che questa irruzione sia stata fatta per impedire che venissero fatte riprese di quello che intanto stava accadendo nell’edificio di fronte.

Missione fallita. Sarà grazie alle riprese video di (((i))) che saranno consegnate alla storia le poche immagini esistenti del massacro che stava avvenendo nell’edificio di fronte.

Nei cinque giorni che comprendono le tre giornate di manifestazioni il sito (((i))) riceve 5 milioni di “hit” e sul newswire vengono pubblicati circa 5 mila post. (da Marc Garcelon, “The ‘Indymedia’ Experiment. The Internet as Movement Facilitator Against Institutional Control”, Middlebury College, Vermont, USA, 2006)

E solo grazie all’impegno dei mediattivisti e alla politica della “pubblicazione aperta” che è stato possibile raccontare senza censura e a più voci quanto stava accadendo a Genova.

Nei giorni contro i G8 si stima che furono almeno duecento i mediattivisti, per la maggior parte in collegamento con Indymedia, che documentarono con foto e video quello che stava accadendo. Qualcuno ha definito quelle manifestazioni come quelle più fotografate e filmate nella storia, contando 10 mila telecamere e 10 mila macchine fotografiche (“Il Diario”, Supplemento al n.31, 3/08/2001, p.94)

Copertina del VHS "Genova01"

Copertina del VHS “Genova01”

Dalle innumerevoli ore di video girati a Genova verrà tratto “Aggiornamento #1”, un documentario firmato (((i))) le cui immagini verrano usate, molto spesso senza nemmeno citare la fonte, da numerose televisioni italiane ed estere. Altre raccolte di filmati usciranno nei mesi successivi. Buona parte di questi sono disponibili su “New Global Vision”.


“Dopo Genova la Rai ha comprato 20 milioni di lire di immagini a Indymedia, segno che i video-attivisti hanno messo in crisi lo stesso apparato di produzione e distribuzione dei media istituzionali.” (Maria Teresa Paoli, Nuovi media e comunicazione politica indipendente: indymedia tra attivismo e hacktivismo no global, Università di Siena, Tesi 2000-2001, p.123)


Segue con… Il villaggio indyano

Indymedia in Italia 2

2. Andare a Genova passando per Napoli

A gennaio 2001 gli iscritti alla lista di gestione sono 51 e l’attività maggiore degli indyans è quella di seguire le diverse manifestazioni che, dopo quella di Seattle, si rincorrono per mezzo mondo: Praga, Nizza, Davos e via dicendo, diventano la palestra nella quale si allena una squadra di mediattivisti pronti a riempire le pagine web di immagini e testi in presa diretta. Uno dei punti “caldi” delle discussioni di quei mesi sono i rapporti con i media ufficiali che iniziano a contattarli soprattutto per avere immagini da gettare in pasto ai loro clienti e i rapporti con il resto del movimento per il quale la nuova nata è ancora un oggetto non meglio identificato.

A febbraio 2001 si tiene un secondo incontro al TPO di Bologna, nel quale si provano ad affrontare alcuni dei problemi citati sopra e a proporre alcune soluzioni. In questo momento le località nelle quali sono presenti gruppi di attivisti di indymedia sono Perugia, Milano, Roma, Napoli, Bologna, Firenze e Brescia, altri singoli sono sparsi in molte altre città.

Quello che segue è un estratto dal report inviato in lista:


18 febbraio 2001
TPO bologna

[…]

– tutto passa da questa lista; cis iamo ribaditi che il miglior modo per
lavorare in maniera cooridnata tra gruppi anche parecchio diversi e’
quella della massima trasparenza dei passaggi; questa lista ci e’
quindi sembrata il luogo dove far convergere in maniera trasparente
sia verso l’interno che verso l’esterno, sia il coordinamento tecnico
per coprire i vari eventi e la manutenzione del network, che i
dibattiti di carattere piu’ politico. Ci si e’ posti il problema del
creare eventualmente una seconda lista (per gli aspetti piu’
dialettici, ma si e’ deciso di rimandare questa eventualita’ a quando
ilt raffico rendera’ ingestibile questa lista come unica lista ;))
E’ chiaro che in caso di emergenze siamo tutt* tenut* ad assumerci
l’onere e glionori delle decisioni repentine del caso, avendo pero’
cura di comunicarle il piu’ chiaramente possibile in lista.
Per sveltire i processi decisionali e facilitarli, ci siamo anche
detti che le comunicazioni in lista sono da considerarsi condivise
collettivamente a meno di dissenso espresso entro 24-36 ore.
(cosi’ evitiamo le code di messaggi io sono d’accordo – anche io –
anche io ecc.)

– sulla disttribuzione dei video e dei materiali prodotti dal circuito
indymedia, in generale la distribuzione e la copertura delle spese
sono da ritenersi collettive, salvo valutazioni di convenienza della
cosa (es: si fanno x copie master del video y e le si da ai vari
gruppi locali per farne le copie da smazzare negli infoshop e via
dicendo, salvo che in determinati casi sia piu’ conveniente che le
copie siano fatte da una singola realta’).

– Il materiale prodotto dal circuito indymedia e’ da considerarsi
liberamente distribuibile a due condizioni:
-uso non commerciale
-integrita’ della riproduzione del materiale in questione (no tagli
ne revisioni senza il consenso di chi ha prodotto il materiale
stesso)

[…]

– Dobbiamo tenere un rapporto strategico con i media mainstream. E’
evidente che anche essi sono un ponte per arrivare alle masse, ma non
dobbiamo essere noi a lasciarvci sfruttare, bensi’ essere in grado di
determinare il flusso comunicativo. Quindi, non c’e’ problema anche a
fornire materiale ai media mainstream (non in forma di partecipazione
personale, ma in termini di prodotti info-comunicativi), ma dobbiamo
essere in grado di fissare noi i paletti di questo rapporto.
Esistono forme contrattuali che consentono di controllare l’uso del
materiale che viene fornito ai media. Noi a Milano ne abbiano degli
esempi e ci impegnamo a postarli in lista.
Sostanzialmente si tratta di specificare la non alterabilita’ del
prodotto che viene fornito e il numero di passaggi concordati (in
modod a evitare che quel materiale diventi loro archivio e venga
utilizzato per altri scopi).
Un’altra questione, affrontata solo parzialmente, e’ quella dei
contenuti dei materiali prodotti da indy e forniti ai media
mainstream. E’ evidente che i materiali prodotti da indy devono porre
l’accento con piu’ forza non suglia spetti spettacolari degli eventi,
ma sugli aspetti contenutistici/cotnroinformativi, anceh se e’
abbastanza evidente che un minimo di ciccia gliela si dovra’
concedere. La nostra abilita’ deve essere quella di far pendere il
piatto dcella bilancia pesantementre sui contenuti.
Per quanto riguarda il vil danaro, non si esclude la possibilita’ di
ricavare denaro da questi eventi di *collaborazione* ;)))))) ma non e’
necessariamente la regola. Sara’ un elemento da valutare volta per
volta a secondo delle strategie del caso.

– indymedia come network di situazioni ed individui che producono
comunicazione orizzontale e controinformazione, piu’ che come entita’
monolitica. Ci siamo ribaditi questa nostra caratteristica e si era
tutt* d’accordo

– si e’ proposto che i vari materiali prodotti siano firmati dalle
singole realta’ che li hanno prodotti oltre che dalla sigla indymedia

– si e’ proposto di creare alias locali della mailbox di indymedia in
modo da poter facilitare la comunicazioni con il network da parte di
soggetti che vi si avvicinano per i piu’ svariati motivi
(firenze at indymedia.org, bologna at indymedia.org, ecc. oppure
candida at indymedia.org, sgamati at indymedia.org ecc. ??? dubbio non
risolto)

– si e’ accennato ad un discorso che andra’ ripreso piu’ avanti:
cosa vuol dire essere medium indypendente o medium antagonista?
c’e chi si propone di aumentare l’attenzione a problemi non
strettamente legati ad evetni o ad ambiti di movimento, e chi
ribadiva la necessita’ di essere dentro i moviemnti per poterli
narrare dall’interno; c’e’ chi si e’ riproposto di investire sul
modo di comunicare del network e chi sugli aspetti
controinformativi.

[…]


Ma la storia incombeva e, prima di Genova, passò per Napoli dove il 17 febbraio 2001, le “prove generali” non vennero fatte solo dalle forze dell’ordine nella “tonnara” di piazza Municipio e nella Caserma Ranieri, ma anche da (((i))) che organizzò in collaborazione con gli attivisti locali una sorta di “media center” al terzo piano della Facoltà di Architettura.

Di seguito un pezzo di una testimonianza mandata in lista.


di ritorno da napoli…

ammaccati ma interi e a piede libero metto in giro due note, prima di
riuscire a fare un discorso razionale e riposato…

– La copertura mediatica a napoli ha, approssimativamente, funzionato…e
abbastanza bene.
Il laboratorio occupato di architettura ha messo a disposizione uomini e
macchine…
abbiamo-hanno (io ho un po latitato, soprattutto dopo il corteo) montato,
acquisito, scannerizzato molto…nel minor tempo possibile.
Alla conferenza stampa del dopo corteo è stato proiettato un montaggio
improvvisato che è stato visto da una 40ina di giornalisti.
La rai (TG1) ha mandato al tg le riprese fatte dal video durante la
conferenza stampa…

[…]

Aggiungo anche che ci sono state sequestrate parecchie cassette…e che due
di noi sono stati portati in questura, perquisti, picchiati.
Gli è ordinato di negare l’esistenza delle riprese fatte….

[…]


Nei mesi che precedono il luglio del 2001 la maggior parte degli interventi e delle discussioni è concentrata su come organizzare la partecipazione all’evento. Si susseguono incontri tramite IRC nei quali si discute di tutto.

Di seguito uno stralcio del resoconto di uno di questi, datato 9/06/2001.


CIaociAO a tutt*

ennesima assemblea di indymedia via chat (ormai e’ perso il conto)…
e ennesimo report…

l’assemblea non e’ stata partecipatissima…
e il caos era piu’ generale del solito…
dato dal fatto che alcuni avevano una festa di chiusura a cui accorrere,
altri problemi di connessione ed infine altri ancora un po’ disaggiornati
causa problemi tecnici…
cmq l’assemblea si e’ svolta e anche se non ha trattato tutti i punti
dell’odg alla fine ha risolto un paio di punti cruciali…
anche se piu’ tecnici che altro…

mi scuso se tralascio qualcosa ma sono arrivato un po’ dopo, quindi magari
invito tutt+ ad integrare l’inizio, o cio’ che magari dimentichero’…

l’odg era il seguente:

– avvocati;
– colonna centrale;
– documenti;
– tesserini;
– non ricordo quali altri…

alla fine i punti trattati sono stati solo tre…
documenti, tesserini e colonna centrale…

[…]

[] tesserini
ovvero garantire ad ogni indyactivist un tesserino, stile quelli fatti a
Praga o a Davos. L’idea pero’ e’ di farli seriosi, con foto etc…

Genova 2001. Tesserino fai-da-te di indymedia (da Void)

Genova 2001. Tesserino fai-da-te di indymedia (da Void)

[…]

[] colonna centrale
in questo caso la discussione si e’ allargata tra la gestione dell’HomePage
di italy.indymedia e il sito j21 specifico per Genova.
E’ attivo, o in fase di attivazione nel giro di pochissimo, la nuova
versione del sito, ovvero quella con feauture.cgi che permette
l’aggiornamento anche della parte centrale del sito molto facilmente (con
richiesta di pwd ovviamente). Rispetto a questo quindi alla fine si e’
deciso che per Lunedi al massimo si aggiorna la HomePage di Indy, con nuova
versione attiva, inserendo in ordine:
– verso il g8: ovvero inizio commento della giornata di dmn (se qualcuno lo
fa) e inizio testo chiamata alle armi. Ognuno rimanda, con link, a newss
pubblicata momentaneamente secondo il vecchio stile (barra di dex);
– goteborg: come fatto fin’ora (ovvero come sopra);
– carovana europea da Vienna a Genova (giusto?): come fatto fin’ora (ovvero
come sopra).

[…]

spero di non aver fatto troppo casino…
scusare ma e la non so quale (quinta, sesta, settima?) notte di autismo…


Genova ormai è dietro l’angolo e questo è il comunicato di “presentazione”.


—————————————————————————–
INDYMEDIA ITALIA http://italy.indymedia.org
—————————————————————————–

Nascevamo un anno fa, nel giugno 2000, a Bologna, durante i giorni di
protesta contro il meeting dell’Ocse.
Giovani mediattivisti dei centri sociali avevano sentito l’esigenza di
affiancare ai gia’ funzionali strumenti di controinformazione digitale uno
strumento che uscisse dall’ underground della comunicazione. Volevamo
rivolgerci alle masse con un nuovo linguaggio, che sfidasse il corporate
mainstream proprio dove questo appare ancora oggi inaccessibile e proibitivo
per i costi: l’immagine in movimento, lo streaming video.
Sulla scia della rivoluzione in corso della rete, le tecnologie
peer-to-peer, il file sharing, napster, indymedia realizza l’idea dei
weblogs a pubblicazione aperta, dove chiunque contribuisce all’uploading e
alla pubblicazione e condivisione di informazione. Nessuna censura o
modifica ai materiali uploadati, e l’impossibilita’ di eliminarli dal
server.

Indymedia italia ha rifiutato di identificarsi con un nucleo redazionale ne’
si e’ omologata a vivere in degli spazi, ma ha preferito supportare una rete
di relazioni spontanee nate con diverse realta’ locali in occasione di
particolari mobilitazioni.
Una gestione orizzontale delle decisioni e della discussione che si svolge
interamente in rete attraverso la mailing list, aperta in iscrizione e
scrittura [http://lists.indymedia.org]. Oggi IMC italia conta la
collaborazione di diversi attivisti dell’informazione, videomaker,
giornalisti, traduttori, centri sociali, hacker.

A distanza di un anno ci ritroviamo tutti a Genova, a lavorare insieme sulla
copertura mediatica della contestazione al G8. Siamo pronti ad accogliere
attivisti dall’italia e dall’europa, ci stiamo organizzando per allestire
dei punti pubblici di accesso alla rete dove riversare il materiale girato
nelle piazze, o raccogliere le interviste e i contributi di chi ha vissuto
l’evento. Saremo nelle strade e nelle piazze, non distinguibili da indumenti
o colori. Ragioneremo sul diritto di agibilita’ alla produzione di
informazione, e avremo coscienza dei nostri diritti contro chi voglia
occultare il nostro materiale. Distribuiremo dei press tickets e
catalogheremo le nostre telecamere e nostri nastri, per denunciarne
sequestri ingiusti. Saremo assicurati contro la distruzione delle
apparecchiature. Organizzeremo nei mesi da qui a Genova seminari in diverse
citta’ italiane per condividere le nostre conoscenze nell’uso degli
strumenti per produrre informazione. Non riceveremo compenso per il nostro
lavoro, e non limiteremo la diffusione e la redistribuzione dei nostri
materiali, ne vi stamperemo dei diritti d’autore, salvo nei rapporti coi
media commerciali.

– Collabora con indymedia italia: mailto:italy at indymedia.org
– Informazioni logistiche sulla copertura di Genova G8
mailto:j21 at indymedia.org
– team traduttori
http://lists.indymedia.org/mailman/listinfo/www-it


Italy Independent Media Center
http://italy.indymedia.org


Continua con… Genova. Il battesimo del fuoco

Indymedia in Italia. 1

1. Italy prima di Italy

La prima traccia pubblica di Indymedia (((I))) in Italia è una e-mail datata 5 giugno 2000.


Date: Mon, 5 Jun 2000 15:44:30 +0200
To: net-i@zkm.de
From: net_institute_apparatus <net-i@zkm.de>
Subject: Indymedia Italia – CALL FOR PARTECIPATION

[copia, diffondi, forwarda, stampa, pubblica, invia per fax..]

1.6.2000
INDEPENDENT MEDIA CENTER ITALIA – CALL FOR PARTECIPATION http://net-i.zkm.de/indymedia

Il net_institute sta curando la realizzazione della sezione italiana di Indymedia (http://www.indymedia.org/) il network autogestito via internet divenuto celebre per aver diffuso in tutto il mondo le immagini delle proteste di Seattle contro il WTO. Indymedia ha rappresentato una rottura nel mediascape nord-americano ed ora si appresta a fare lo stesso anche in Italia, ultimo nodo ad aggiungersi al suo network ormai divenuto internazionale.

Nato per esigenze di copertura mediatica di un evento che i media rischiavano di deformare, Indymedia ha dimostrato possibile grazie a internet la creazione di mass media dal basso, autogestiti, non-profit e indipendenti dai media istituzionali e commerciali. Nulla e’ stato piu’ come prima, perche’ i grandi media hanno dovuto confrontarsi con una voce che si era accreditata agli occhi dell’opinione pubblica come attendibile e indipendente quanto loro. La vera forza di Indymedia sta in ultimo nella capacita’ di influenzare i grandi media, di costringerli a collaborare con l’informazione dal basso, di vigilarne la condotta e richiamarli all’obiettivita’. Indymedia e’ lo zoccolo che si incunea negli ingranaggi della grande macchina mediatica e la costringe a riavviarsi in modo nuovo.

Indymedia Italia si sviluppera’ strategicamente considerando la natura e la situazione dei media italiani e si conquistera’ una propria visibilita’ all’interno del panorama televisivo, radiofonico, della stampa, della rete. Indymedia Italia sara’ una piattaforma modulare e mobile che sapra’ innestare dinamicamente i propri formati nel palinsesto televisivo e radiofonico nazionale.

In un paese dove i 7 telegiornali nazionali sono la copia esatta l’uno dell’altro, paese europeo divenuto tristemente famoso per l’assetto “sud-americano” della sua informazione, Indymedia Italia rapppresentera’ una rottura rivoluzionaria. Indymedia Italia sara’ un telegiornale quotidiano fruibile a qualsiasi ora da chiunque abbia un computer collegato a internet. In un epoca di colonizzazione selvaggia della rete e dei primi esperimenti di Web Tv da parte dei grandi monopoli della comunicazione, battendo tutti sul tempo, Indymedia Italia sara’ la prima Web Tv italiana con un apparato redazionale organizzato, motivato e indipendente.

Indymedia deve la sua forza mediatica ad una piattaforma web flessibile e user-friendly, ad un database completamente automatizzato e a potenti server per lo streming audio-video. La caratteristica piu’ importante e’ che i contenuti possono essere aggiornati e controllati da chiunque attraverso un computer collegato a internet. Chiunque puo’ caricare ed editare registrazioni audio e video, immagini, articoli, news, comunicati. La redazione non ha bisogno di essere centralizzata, puo’ costituirsi li’ dove l’evento accade e organizzarsi a network attraverso email e canali IRC. Indymedia Italia partira’ su server ubicati geograficamente negli Stati Uniti ma si spera di poter avere al piu’ presto tutte le infrastrutture in Italia.

La staff tecnico e redazionale di Indymedia Italia si costituira’ nel modo piu’ plurale possibile, tenendo conto di tutte le precedenti esperienze di informazione dal basso in Italia. Il net_institute ha solo un ruolo di coordinamento iniziale e di tramite tecnico tra Indymedia e Indymedia Italia.

Indymedia Italia cerca redattori, giornalisti, organizzatori, tecnici, attivisti, videomaker, fotografi e soprattutto web designer, sistemisti, linuxisti, hacker sensibili ai temi dell’informazione libera e disposti a lavorare alla creazione di Indymedia Italia. Indymedia Italia si rivolge in particolare a tutte quelle esperienze che hanno gia’ sperimentato in questi anni forme di informazione dal basso, indipendenti, autogestite, con la speranza di valorizzare al meglio la ricchezza di questo network. Indymedia Italia e’ un progetto completamente non-profit che al momento e’ stato sviluppato senza alcuna forma di finanziamento. Se vuoi sostenere il progetto anche solo fornendo macchine e attrezzature, scrivi all’indirizzo sottostante.

Indymedia Italia sara’ tecnicamente operativo intorno al 10 giugno in tempo per seguire gli eventi della contestazione contro il meeting OCSE a Bologna. Si terra’ una riunione organizzativa a Bologna prima del 10 giugno e una a Roma in occasione di Hackmeeting 2000. Comunicare al piu’ presto la proprio disponibilita’ inviando nome, email, numero di telefono, e possibilmente un breve curriculum a: mailto:net-i@zkm.de 

___
FORWARD n3t_!nstitute news
unsubscribe news > mailto:net-i@zkm.de?subject:unsubscribe_it
subscribe news > mailto:net-i@zkm.de?subject:subscribe_it

___
SUBSCRIBE net_institute mailing list!
/network internazionale per la cultura e la critica della rete/
/international network for net culture and net criticism/
mailto:net-i-list-subscribe@cs.unibo.it http://net-i.zkm.de/list

__
http://net-i.zkm.de mailto:net-i@zkm.de


Nel testo veniva annunciata una riunione organizzativa a Bologna e una successiva a Roma, all’interno dell’Hackmeeting.

Una settimana dopo compare on-line il sito italy.indymedia.org (((i))) annunciato ancora via e-mail.


Date: Mon, 12 Jun 2000 11:33:27 +0200
To: italy@indymedia.org
From: Indymedia Italia <italy@indymedia.org>
Subject: INDYMEDIA ITALIA – Open now!

[ copia diffondi stampa pubblica forwarda invia per fax … ]

INDEPENDENT MEDIA CENTER ITALIA The italian media revolution!

OPEN NOW!

http://italy.indymedia.org

Oggi, 12 Giugno 2000, alle ore 11.00 e’ stato attivato il canale web di Indymedia Italia, il primo mass media indipendente italiano via internet. Indymedia presenta la sua rivoluzionaria missione nel panorama dei media italiani e invita tutti a partecipare ad un appassionante assalto al cielo.

“Indymedia e’ un network di media gestiti collettivamente per una narrazione radicale, obiettiva e appassionata della verita’. Ci impegniamo con amore e ispirazione per tutte quelle persone che lavorano per un mondo migliore, a dispetto delle distorsioni dei media che con riluttanza si impegnano a raccontare gli sforzi dell’umanita’ libera” (dalla presentatione americana).

Indymedia ha rappresentato una rottura nel mediascape nord-americano ed ora si appresta a fare lo stesso anche in Italia, ultimo nodo ad aggiungersi al suo network internazionale. Nato per esigenze di copertura mediatica di un evento che i media rischiavano di deformare, le proteste di Seattle contro il WTO, Indymedia ha dimostrato possibile grazie a internet la creazione di mass media dal basso, autogestiti, non-profit e indipendenti dai media istituzionali e commerciali.

Nulla e’ stato piu’ come prima: da quel momento i grandi media hanno dovuto confrontarsi con una voce che l’opinione pubblica considera attendibile, e questo li ha costretti a una maggiore obiettivita’. La vera forza di Indymedia sta in ultimo nella capacita’ di influenzare i grandi media, di costringerli a collaborare con l’informazione dal basso, di vigilarne la condotta. Indymedia e’ lo zoccolo che si incunea negli ingranaggi della grande industria dei media e la costringe a riavviarsi in modo nuovo.

In un paese come l’Italia dove i 7 telegiornali nazionali sono la copia esatta l’uno dell’altro, paese in cui l’informazione e ancora infeudata alle burocrazie di regime o ai grandi gruppi economici, Indymedia rapppresenta una rottura rivoluzionaria. Indymedia Italia e’ un telegiornale quotidiano fruibile a qualsiasi ora da chiunque abbia un computer collegato a internet. In un epoca di colonizzazione selvaggia della rete e dei primi esperimenti di Web Tv da parte dei grandi monopoli della comunicazione, battendo tutti sul tempo, Indymedia si presenta come prima Web Tv italiana con un apparato redazionale organizzato, motivato e indipendente.

Indymedia deve la sua forza mediatica ad una piattaforma web flessibile e user-friendly, ad un database completamente automatizzato, a potenti server per lo streming audio-video, ad un flusso di news sempre aggiornato. La caratteristica piu’ importante e’ che i contenuti possono essere aggiornati e controllati da chiunque attraverso un computer collegato a internet. Chiunque puo’ caricare ed editare registrazioni audio e video, immagini, articoli, news, comunicati. La redazione non ha bisogno di essere centralizzata, puo’ costituirsi li’ dove l’evento accade e organizzarsi a network attraverso email e canali IRC.

Indymedia Italia si sviluppa strategicamente considerando la storia e la stato attuale dei media italiani e vuole conquistarsi una propria visibilita’ nel panorama televisivo, radiofonico, della stampa, della rete. Indymedia Italia e’ una piattaforma che sa innestare dinamicamente i propri formati nel palinsesto nazionale e aspira a conquistare spazi autogestiti sui canali pubblici, come gia’ accade in alcune televisioni europee.

Indymedia Italia cerca redattori, giornalisti, organizzatori, tecnici, attivisti, videomaker, fotografi e soprattutto web designer, sistemisti, linuxisti, hacker sensibili ai temi dell’informazione libera e disposti a lavorare a Indymedia Italia. Indymedia si rivolge in particolare a tutte quelle esperienze italiane che hanno gia’ sperimentato in questi anni forme di informazione dal basso, indipendenti, autogestite, con la speranza di valorizzare al meglio la ricchezza di questo network. Comunicare la proprio disponibilita’ inviando nome, email, numero di telefono, e un breve curriculum a: italy@indymedia.org

Indymedia Italia inaugura la sua attivita’ seguendo la settimana di eventi del meeting contro l’OCSE, che si tiene a Bologna dal 12 a 15 giugno.

Join the media revolution! Join Indymedia Italia!

http://italy.indymedia.org

contact: italy@indymedia.org

___

Mostra il logo di Indymedia Italia sulla tua homepage. Partecipa ad un network internazionale di informazione libera!

http://images.indymedia.org/imc/italy/imc_italy-thumb.gif – small http://images.indymedia.org/imc/italy/imc_italy.gif – big

____
developed by the net_institute

http://net-i.zkm.de


Home di italy.indymedia.org (15/08/2000) da archive.org

Home di italy.indymedia.org (15/08/2000) da archive.org

I due messaggi hanno un contenuto molto simile e presentano (((i))) in una veste un po’ diversa da quello che poi diventerà in seguito, un progetto che però si manterrà sempre all’interno delle linee guida originali.

Allo stesso modo venne diffusa a fine giugno la prima newsletter.


Date: Fri, 30 Jun 2000 00:36:34 +0200
To: italy@indymedia.org
From: IndyMedia Italia <italy@indymedia.org>
Subject: IndyNews #1 – 27.6.2000

/ copia diffondi stampa pubblica forwarda faxa /

INDYMEDIA ITALIA NEWSLETTER #1 – 27.6.2000

News From The Indipendent Media Center Italia Join The Italian Media Revolution Now!
Web Channel: http://italy.indymedia.org Contact: mailto:italy@indymedia.org

“4000 poliziotti non servono a nulla, serviranno sola- mente ad amplificare la voce di chi ha ragione, la vostra forza e’ la forza della prepotenza, la nostra forza e’ la forza del sapere che ha saputo unirsi alla sapienza” [dal video di presentazione del NO-OCSE]

Dear all,

questo e’ il primo newsletter di Indymedia Italia, a due settimane dalla guerra lampo lanciata al mediascape italiano. Raffredata finalmente la facile euforia delle folle in moto, ci ritroviamo con una piccola breccia nella cortina dei media italiani e un progetto che sta crescendo velocemente. Questo e’ un resoconto del lavoro svolto finora, uno sguardo gettato sul “nuovo movimento” italiano e un invito a partecipare alla costruzione attraverso la rete del primo mass medium indipendente italiano.

In cantiere ci sono, innanzitutto, la costituzione di una redazione tecnica ed editoriale numerosa ed esperta, una collaborazione con Radio Popolare (per sperimentare uno scambio di flussi di informazione e di utenti tra i due livelli del mediascape: radio e rete), un idea di trasmissione televisiva indipendente, sul modello degli spazi concessi nelle tv del nord europa.

Indymedia non vuole dare un taglio personale e soggettivo alla propria informazione. Anche questo newsletter spera di essere solo un mezzo per far circolare informazioni, connettere progetti e persone, fare network, senza i personalismi tipici del “modus operandi” italiano.

______

JOIN THE ITALIAN MEDIA REVOLUTION! Indymedia Italia si sta organizzando in una redazione nazionale aperta. Servono redattori, web designer, programmatori e amministratori di server. Indymedia e’ stato finora realizzato senza alcun finanziamento, grazie al lavoro di una ventina di persone e all’impegno continuativo 24 ore su 24 di due persone. Iscriviti alla mailing list della redazione di Indymedia Italia: scrivi un messaggio di presentazione e proposte a: italy@indymedia.org

______

INDYMEDIA ITALIA CERCA UNO SPONSOR! Per poter realizzare i suoi progetti e potenziare le sue tecnologie. Se hai qualche idea o proposta scrivi a Indymedia Italia.

______

SPECIALE NO-OCSE – BOLOGNA 13-15 GIUGNO 2000 Tutte le news e i video su:

http://italy.indymedia.org

I MIGLIORI VIDEO DEL NO-OCSE
° presentazione delle mobilizatione NO-OCSE
° blocco di via Stanlingrado contro pubblicita’ Telecom ° Elefanti viola nudi contro l’OCSE
° Intervista a Bifo sul NO-OCSE
° inizio del corteo e interviste
° interviste e corteo Contropiani
° il corteo regge la carica per qualche minuto!
° dopo la carica della polizia un corteo gioioso…

IL VIDEO SHOCK
Il video che ha mosso interrogazioni parlamentari.
I poliziotti urlano “bastardi” al corteo (?) e picchiano con il ferro del manganello un attivista salvato
solo dai fotografi.

IL MANTRA DI INDYMEDIA
“Sono sotto costante controllo video: questo e’ il mantra che le forze dell’ordine a Bologna per il vertice OCSE devono ripetere. Si ricordino che sono sotto il controllo video di circa 40 videooperatori indipendenti. Webcam sono state piazzate alle finestre dei palazzi. Ogni operatore e’ a sua volta filmato da un altro operatore a distanza. Fare informazione e filmare e’ un diritto di tutti. Nessun articolo di legge puo’ impedirlo.” (dal comunicato di un gruppo di videomaker)

APPELLO
Il giornalista RAI Paolo Barnard denuncia la GdF. Si cercano il giovane picchiato a Bologna dalla Guardia di Finanza il 14 giugno e il fotografo picchiato dalla polizia il 13 maggio a Bologna. In risposta alle denuncie della questura, alcuni liberi cittadini denunciano la questura.

IL MIO CORPO NON SI BREVETTA
Bifo e gli elefanti viola in nudo integrale a pochi metri dalla sala del vertice Ocse: “Siamo nudi perche’ ci accusano di essere violenti”.

VIVERE SENZA CONFINI
Liberta’ di circolazione per tutti i migranti! La pubblicita’ di Telecom Italia e’ complice del NO-OCSE e sostiene la liberta’ di circolazione di tutti gli esseri umani attraverso tutti confini.

MANIFESTAZIONE CONTRO FORZA NUOVA
13.05.00 BOLOGNA, Sabato. La polizia spara lacrimogeni ad altezza d’uomo contro il corteo pacifico di 10.000 persone contrario al meeting di Forza Nuova. Un ragazzo e’ ferito al petto. Dopo la carica la polizia lascia passsare il corteo, dimostrando l’utilita’ e l’intelligenza di questa dimostrazione di forza. Il segretario dei DS, Zani commenta: “Meglio 10.000 che nessuno”. Il vice questore ordina la carica con queste parole: “Massacrateli” (fonte: La Stampa).

RADIO:
° In tutta Italia: Popolare Network

MEDIA:
° Carta. Mensile e sito dei cantieri sociali italiani.
° European Counter Network. Isole nella rete.

EVENTI:
° Hackmeeting 2000. 16/17/18 giugno, Roma
° World Pride 2000. 1-9, luglio. Roma.

INTERNATIONAL NEWS:
° Windsor Canada – protests anti OAS ° Indymedia breaks out in Belgium
° Independent Radio B92 Seized
° Campaign: Put a Fist on your site

______

DISCLAIMER – Indymedia Italia non e’ legalmente responsabile del contenuto presente sul suo sito. Indymedia Italia non produce alcun tipo di servizio giornalistico o audio-video ma utilizza soltanto il materiale e le informazioni messe a disposizione gratuitamente dagli utenti che si collegano al sito. Indymedia non e’ legalmente responsabile per i pensieri e le affermazioni espresse dai suoi
utenti. I server che ospitano il sito di Indymedia sono collocati geograficamente negli Stati Uniti e nessun redattore italiano puo’ rispondere in Italia per questioni legali legate al contenuto del
sito che coinvolgano il diritto italiano. Il contenuto del sito puo’ avere carattere offensivo per alcune persone. Indymedia non prende parte ne’ interviene in alcun modo in azioni legali che utilizzano
il materiale del sito come prova giudiziaria. In questo modo Indymedia pensa di preservare la sua funzione di servizio indipendente e neutrale.

______
[Segue la riproduzione del primo annuncio]


La lettura dei tre documenti è un ottimo modo per capire come si muovevano all’inizio gli attivisti interessati a “fare indymedia”.

Il testo che segue è tratto da una tesi di Laurea, che copre una parte della storia di (((i))), messo in Rete nel giugno del 2005, in occasione del quinto anniversario dalla fondazione.


“I primi mesi di vita di Indymedia in Italia, da Giugno 2000 fino a Gennaio del 2001, sono segnati dalla nascita ufficiale, a Bologna, e dal primo piccolo mediacenter – TPO e libreria Grafton 9 – in occasione delle proteste contro il vertice OCSE. Sono i primordi di Indymedia Italia.
Seguono, dopo l’estate, la ‘trasferta’, di alcuni, a Praga – su cui verrá realizzato il video Rebel Colors, video di Indymedia internazionale, con il contributo determinante degli italiani di Candida, che lo presentano in versione italiana a Roma, al Forte Prenestino, l’8 dicembre.
La presentazione al Forte é l’occasione per la prima riunione nazionale dei partecipanti all’IMC italiano. Si fa il punto della situazione, sei mesi dopo Bologna. L’inverno é ricco di manifestazioni antifasciste (Milano, Firenze, …); a Gennaio c’é la copertura offerta alle proteste in Svizzera, di chi si oppone al summit del WEF, tra i monti di Davos. Indymedia da prova della propria fantasia e mobilitá… con l’indy-camper che si arrampica per le valli svizzere, tra neve e poliziotti stile robocop.
Dal Gennaio 2001, con la copertura di Davos, fino al Giugno dello stesso anno (cioé prima di Genova) abbiamo un periodo che possiamo chiamare di consolidamento. L’episodio principale sono le manifestazioni – e la repressione – di Napoli, a metá Marzo. Il sito di Indymedia Italia é il punto di riferimento principale per l’upload di notizie e foto. Il video, Zona Rossa, montato nelle settimane successive alla mobilitazione, rappresenta l’occasione per l’incontro tra una serie di soggetti e realtá, che sanciscono il radicamento del progetto IMC in territorio campano ed evolveranno successivamente nel nodo locale della rete IMC, Indymedia Napoli.
La partecipazione al progetto Indymedia aumenta progressivamente, a livello nazionale, in primavera, in parallelo con i grandi preparativi dei movimenti verso le giornate di Luglio. Nel frattempo, Indymedia Italia affina dotazioni tecniche e competenze degli attivisti, migliora e rende piú completa la sezione di analisi e approfondimento del sito web, si mette in rete con altri soggetti per articolare una proposta di informazione alternativa sul g8 – che diventerá, nei fatti, il mediacenter di Genova e le pratiche di gestione di quello spazio.”


Una versione meno formale degli inizi è raccontata da un altro che li conosce bene:


“Nel giugno 2000 void e devmat decidono di usare il logo di indymedia come uno specchietto per le allodole durante le mobilitazioni contro l’OCSE di Bologna, ennesimo passaggio del tour cominciato con i CPT e passato per Mobilitebio. Indymedia italia nasce così, come giochino da dare in pasto ai media al fine di dare visibilità alle mobilitazioni. Ai tempi non esisteva il process per diventare un nodo locale di indymedia, e il tutto si basava sulle buone relazioni con chi si era inventato indy a Seattle. Devmat, globetrotter del movimento all’epoca, aveva le relazioni, void il know-how tecnico. Dopo giugno 2000, il giochino indy rimane un po’ in sordina, mentre cresce lo sforzo fatto da alcuni ignoti che documentano in presa diretta le mobilitazioni: il sito degli sgamati diventa un punto fermo dell’informazione indipendente tanto quanto ecn o tmcrew. Indy ancora non se la cagano in molti, rimasta una lampadina molto luminosa, usata per quel che poteva dare: il brand.Ma durante l’estate succede una cosa curiosa: un gruppetto di persone provenienti da vari hacklab e da alcune esperienza telematiche (i suddetti sgamati, hacklab FI, LOA hacklab MI, Underscore TO, altri sparsi) si ritrovano in quel del nuovo Bulk (occupato proprio a Capodanno) insieme a Void. L’argomento è indy e il suo uso potenziale. Il gruppo che si ritrova è eterogeneo: si era giovani e ingenui, ma onesti nella voglia di fare e nel desiderio di creare uno strumento utile per tutti. Ammetto che forse non per tutti era chiaro il passaggio che stavamo compiendo, ma perlomeno una buona parte lo sapeva. Guardandolo in retrospettiva è stata una mossa di entrismo che più trotzkista non si può, ma nessuno dei presenti era trotzkista, né aveva la malizia con cui si fanno più avanti negli anni queste mosse. Per molti era semplicemente uno spreco che uno strumenot così potente fosse usato come puro e semplice brand: c’erano un sacco di cose migliori per cui usarlo!Così chi era al Bulk quel giorno decise di entrare nella lista di gestione di indymedia e di iniziare a usarla per quello per cui serviva di più: creare un nuovo media dal basso di informazione, un canale potente, libero, aperto. La forza di chi era lì quel giorno, era il sentirsi una comunità, sentire molto denso il rapporto di fiducia con gli altri, a prescindere dalle differenze politiche. Ed è con questa forza che un gruppo di smandruppati si prese indymedia italia e lo trasformò a propria immagine e somiglianza. Difetti inclusi.Da lì in poi la storia è nota: l’ultimo esperimento misto sgamati/indy per Praga 2000, la preparazione di Genova, la crescita di partecipazione e l’imposizione della logica antiegemonica e libertaria, l’aumento di visibilità del 2001-2002, la crisi nel momento in cui quella comunità che si credeva forte ha iniziato a dubitare di sè stessa, trascinata nei drammi ridicoli della Politica di movimento. Da lì in poi molti la vedono in maniera diversa, ma pochi si ricordano di come è cominciato il “periodo d’oro” di indy, quel momento in cui credevamo di costruire qualcosa di intrinsecamente diverso, mentre eravamo noi ad essere diversi dal resto del politicume.”

[Testo integrale qui]


Nel novembre del 2000 gli iscritti alla lista di gestione sono appena 35, ma già fervono i preparativi logistici per coprire in modo adeguato il prossimo G8 di Genova: riunioni, contatti, progetti relativi al media-center sono alcuni dei temi discussi.

Ma siamo comunque ancora in una fase iniziale di assestamento, il sito non è molto frequentato e si discute spesso di come gestire le informazioni e gli archivi del materiale che si va accumulando. Il sito, ancora in fase sperimentale, sta lentamente prendendo la forma che poi lo avrebbe accompagnato per anni: la parte centrale della pagina dedicata alle “feature” (gli articoli preparati da chi fa indymedia) e la colonna destra, il “newswire”, aperta ai contributi di chiunque.

Alla fine del 2000, le statistiche degli accessi al sito segnalavano che


viaggiamo intorno ai 150 visitatori al giorno. nel caso di eventi
particolari si va dai 400 ai 1000 visitatori. le pagine viste al
giorno, ovvero le ‘impression’ sono di media 400.


Il progetto vivacchiava, snobbato dai mass-media ufficiali ma anche da buona parte del movimento. Nonostante il sito permettesse, per la prima volta in modo facile, di pubblicare senza filtri preventivi testi e immagini il suo impatto sul sistema dell’informazione italiana era stato poco significativo.

Ma già erano presenti e discusse molte delle problematiche che, negli anni a seguire, perseguiteranno inesorabilmente tutti coloro che faranno indymedia: i problemi legati all’open publishing, i rapporti con i media ufficiali e le questioni relative alla repressione, solo per citarne alcuni.

Alla fine del 2000 si tiene a Roma il primo incontro nazionale di “Indymedia Italia”:


IMMEDIATA CONCEZIONE

A Roma, al Forte Prenestino, si terra’ l’8 dicembre
la proiezione in anteprima mondiale di “Praga 2000: il film”,
il documentario realizzato da Indymedia Praha in
collaborazione con centinaia di videomaker e giornalisti.

A seguire il primo incontro nazionale di Indymedia
Italia, discussione sul titolo da dare al film e
sull’organizzazione, bilancio di questi mesi di
attivita’, ecc. Organizziamoci fin da subito!
Maggiori info in arrivo da Roma…


 

Continua con… Andare a Genova passando per Napoli