Non ho l’età…

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Leggiamo che la data del 12 novembre 2025, ieri, termine per l’attivazione della censura su alcune decine di siti definiti pornografici dalle autorità italiane non è poi quella definitiva in quanto i siti messi all’indice hanno ancora qualche mese di tempo per seguire le regole ed evitare una multa o l’oscuramento. A quanto sembra però almeno uno dei più famigerati tra loro ha già implementato un sistema di verifica che dovrebbe consentire l’accesso alla sua piattaforma solo alle persone maggiorenni.

Vediamo come funziona.

Provando a registrare un account sul sito dopo la richiesta delle informazioni di rito, nome utente, e-mail, creazione di una password compare un QR Code che rimanda al servizio che dovrebbe fornire la verifica dell’età. Ovviamente per verificare il QR code serve un telefonino e l’attivazione dei servizi di Google che, archivierà a sua volta informazioni e dati sulla richiesta che viene fatta. Naturalmente si può anche evitare l’uso del cellulare ricopiando a mano il link. Superata questa fase si arriva al servizio di verifica.


Si tratta di un servizio gestito da una azienda, esistente da anni, specializzata nel settore che fornisce tre principali sistemi per verificare l’età: tramite una sua app da installare sul cellulare; attraverso un riconoscimento facciale; con la scansione di un documento di identità valido. A questi se ne aggiungono altri: verifica tramite un pagamento, fatto con carta di credito, di 0,30 Sterline che poi viene rimborsato; verifica tramite il numero del cellulare, il nome della persona alla quale è intestato il contratto e la sua data di nascita; e altri sistemi specifici solo per determinati Paesi.

Il fornitore del servizio dichiara di usare i dati che raccoglie esclusivamente per fornire una prova che la persona che inoltra la richiesta è maggiorenne, dopodiché i dati forniti dall’utente dovrebbero essere distrutti. L’azienda ha la sua sede principale a Londra (UK) e succursali in altri Paesi di lingua inglese. I suoi introiti derivano dai pagamenti fatti dai siti che ricorrono ai suoi servizi per controllare l’età dei loro utenti.

La lista dei problemi che possono ostacolare l’uso di questo sistema è davvero lunga, come spesso accade quando si ha a che fare con i computer, i cellulari, la Rete e tutto il resto. La procedura, che abbiamo molto sinteticamente descritto sopra, non è proprio semplice ma nemmeno troppo complicata a patto che la persona che vuole usarla non sia un analfabeta digitale anche se in possesso dell’ultimo modello di cellulare.

Va notato però che non è detto che questo sistema sia in regola con le norme previste dal legislatore italiano.

Per prima cosa c’è un collegamento diretto tra il sito “porno” in questione e un determinato servizio: se si vuole accedere a “quel” sito è obbligatorio usare “quel” servizio (e non un altro), mentre il sistema proposto dalle Autorità italiane prevede la possibilità di usare diversi tipi di servizio.

In secondo luogo la procedura italiana prevede che l’identificazione della persona debba essere ripetuta ad ogni accesso (sic!) e, oltretutto, i siti dovrebbero implementare un sistema che chiuda la connessione quando l’utente è stato inattivo per più di 45 minuti (sic!). Il sistema usato dal sito in questione sembra essere invece un sistema che si può usare anche solo una volta per certificare la maggiore età e poi accedere al sito quando si vuole.

La confusione o, se si vuol essere gentili, la scarsa chiarezza è evidente.

Restano ancora in ballo alcuni dettagli non da poco: la discriminazione tra le persone che possono usare le moderne tecnologie e quelle che non possono o magari non vogliono; la obbligatorietà ad avere telefonini e computer nuovi e aggiornati; il rischio – visto i vari e ripetuti passaggi che prevedono le verifiche – che i dati personali vengano archiviati o, peggio, rubati. Questo per citare solo le questioni più macroscopiche.

Ma la cosa peggiore è che la pretesa di “proteggere” le persone minorenni dalla visualizzazione di contenuti ritenuti pornografici si basa su idee che di scientifico hanno ben poco. Basta solo la considerazione che le generazioni precedenti a quella di Internet avevano facilmente accesso a contenuti sessualmente espliciti pubblicati sulle riviste stampate e vendute nelle edicole anche se erano “Vietate ai minori” come recitava una scritta sulle copertine. Senza contare che le immagini “pornografiche” hanno una storia lunga quasi 2000 anni e, nonostante i numerosi tentativi fatti nel corso dei secoli per vietarle, sono diventate oggi una industria che fattura cifre enormi.

Ma anche queste considerazioni sono solo collaterali al fatto che provvedimenti come quelli presi dalle Autorità, italiane e di altri paesi, indirizzate a contrastare la diffusione di determinati contenuti possono facilmente servire da apripista ed essere usate anche per altro. Sia per bloccare la diffusione di materiali che non sono graditi a chi detiene il potere sia per controllare chi accede a cosa su Internet.

La crociata contro il porno on-line è solo un Cavallo di Troia (il vieto gioco di parole è voluto) e anche se in questi primi momenti i pasticci combinati dalle legislazione possono permettere ancora di aggirare certi divieti, con il passare del tempo e con l’affinarsi delle tecniche di controllo si arriverà a un punto nel quale per accedere alla Rete bisognerà preventivamente identificarsi in modo certo e ci saranno sistemi per controllare quello che ciascuno di noi cerca, guarda, legge, scrive, scarica e condivide anche nel caso fossero solo gallerie di foto di gattini.

Temo che ci sarà un seguito…

Subvertising

Se dovessi fare un esempio di Détournement oggi probabilmente userei questa immagine. Se avessi abbastanza soldi ne stamperei anche un certo numero in vari colori. Chissà perché però mi ricorda qualcosa, non è che qualcun l’ha già usata?

t-shirt con la scritta "Make Anarchism Great Again"

L’IA è una bolla? Allora butta la pasta!

Tra i miei attuali divertimenti, quelli da poco, ci sono le interazioni con i programmi di cosiddetta IA. In questo momento sto usando una IA “made in RPC” ma solo perché così mi è capitato.
Ho già, sempre su questo blog, segnalato le per me demenziali censure che incontro nelle mie ricerche e questa qui sotto è una delle ultime
schermata da una IA
la cosa che continua e rendermi perplesso è che io ho visto il film del quale chiedevo il titolo, che non ricordavo, e il film era girato e prodotto in Cina. Ma, evidentemente, qualche genio ha deciso che questa è una informazione che non posso avere.

Mentre invece posso sapere che l’IA che sfrutto copia molto male le sue risposte. Se lo facesse a scuola verrebbe bocciata subito.

La mia innocua domanda era di sapere se fosse possibile fare una ricerca sulle interazioni avute in precedenza, quelle che l’IA chiama “chat” e la risposta è stata questa

schermata da una IAper chi è completamente digiun di inglese l’IA mi ha detto che non può accedere alle mie conversazioni precedenti e poi mi ha consigliato di usare le feature di un’altra IA…

Mi conviene andare a leggere un libro, possibilmente di carta.